Home
International Encyclopaedia
of the Histories of Anthropology

Lettere di Luigi Salvatore a Giuseppe Pitrè (1891-1914) [Correspondence from Luigi Salvatore to Giuseppe Pitrè, 1891-1914].

Transcribed and annotated by
Gian Luigi Bruzzone

2018
Full reference

Lettere di Luigi Salvatore a Giuseppe Pitrè (1891-1914) [Correspondence from Luigi Salvatore to Giuseppe Pitrè, 1891-1914]. Transcribed and annotated by Gian Luigi Bruzzone, 2018, in BEROSE - International Encyclopaedia of the Histories of Anthropology, Paris.

I. Palermo, 24 novembre 1891 [1]

Stimatissimo signor Dr Pitrè [2].

Gratissimo per l’attenzione che Ella ha avuto di voler venire a vedermi qui in locanda [3], La prego di non volersi di nuovo disturbare partendo stasera per Tunisi. Ho dato ordine a F. A. Brokhaus [4] e a L. Woerl [5] [che] le rimettano due miei lavoretti [6] che spero vorrà, malgrado la loro pochezza, accettare di buon viso. Sempre memore della benevola accoglienza fattami e riconoscentissimo per le gentili offerte di facilitare il mio lavoro sulle Lipari, mi creda coi sensi di particolare stima suo obb.°L. Neudorf a. [7]

Desiderava potere avere occasione di riverirla personalmente, desiderando pubblicare alcuni canti popolari delle isole Eolie e ripasserò alle sei p.m.L. Neudorf

II. Mallorca, 11 gennaio 1892

Stimatissimo Dr G. Pitrè.

Suppongo che avrà frattanto ricevuto alcuni poveri miei scritti che ebbi occasione di offrirle quando si compiacque di ricevermi con così squisita gentilezza in Palermo. Dopo aver dato una occhiata a Pantelleria passai a Tunisi ripercorrendo per la decima volta la Tunisia ed Algeria fino a Orano, per rendermi conto dei progressi della colonia. Adesso sono qui occupato col correggere le prove di stampa della mia descrizione delle Lipari [8] e presto mi prenderò la libertà di rimetterle alcune canzoni pregandola di correggerle e di dirmi la sua opinione, come di parola le dissi.

Chi sa che un giorno non abbia il piacere di salutarla su queste sponde così relazionate [9] con la Sicilia, ne sarei felicissimo. Accetti frattanto l’espressione sincera della mia particolare stima. Suo obb° Arciduca Luigi Salvatore d’Austria

Per indirizzo: L. Neudorf,

Palma de Mallorca.

III. Mallorca, 4 marzo 1892

Stimatissimo Signor G. Pitrè.

Alcune settimane addietro mi pervenne la gentilissima sua, alla quale ho tardato a dar riscontro aspettando di ricevere le opere sue delle quali mi annunziava l’invio. La posta di quest’oggi me le ha portate, nientemeno che 18 volumi [10]! Quanto sapere, quanta assiduità, quanto amore vero a Sicilia! La ne ringrazio di cuore; i suoi libri che in parte possedevo dei quali ero sincero ammiratore mi saranno doppiamente cari perché da lei donati, mi saranno un ricordo prezioso di quel dotto che con tanta bontà ed affabilità mi riceveva benché forestiero sconosciuto [11]. Certo è che volenterosamente s’ offriva ad ajutarmi col suo sapere nelle mie povere indagini.

Avrà forse frattanto ricevuto da Vienna un mio libretto su Habartton in Tasmania [12] e le ne faccio mandare da Praga alcuni altri [13] che spero vorrà accettare di buon viso malgrado la loro pochezza.

Ho già corretto le prime prove [14] di quasi otto parti su nove della mia descrizione delle Lipari e fra breve le rimetterò i testi siciliani nei quali vorrà scusare i moltissimi errori nel trascriverli. Nel corso della mia descrizione vengono spesso usate le voci seguenti e le domando se il modo di scriverle le sembra o no corretto:

vallone = valdone

vallonazzo = valdonazzo

pergola = priegola

mandra = mannera

traforato = perciato, ovvero perciatu

capo = capu

scalo = scario

grotta, grutta o rutta

monticello, tompone o tampone.

Scusi tanta franchezza, ma la sua bontà me ne dà l’ardire. Accetti con i sensi della mia più sincera ammirazione quelli della mia gratitudine. Suo obb° a. Luigi Salvatore

IV. Mallorca, 22 marzo 1892

Stimatissimo Dr. G. Pitrè.

Mi sono pergiunte le due sue gentilissime nelle quali prodiga ai miei meschini lavoretti non meritate lodi, dimostrando dal canto suo una umiltà unita a tanto sapere che mi fa della di lei persona sempre più vivo ammiratore. Le sono gratissimo per quanto mi dice relativamente all’ortografia siciliana di certe parole e mi permetterò fra breve di inviarle una serie d’ altre sottoponendole al di lei esame.

Ho terminato questi giorni di correggere le prime prove della parte speciale della mia descrizione delle Lipari e sono già occupato con la revisione.

Coi sensi di particolare stima mi creda suo obb.° a. Luigi Salvatore

V. Mallorca, 19 aprile 1892

Stimatissimo Dr Pitrè.

Graditissima mi fu una gentile lettera sua dell’ 11 corrente. Possano le non meritate lodi che mi prodiga essermi di sprone per rendermene con una nuovi meno imperfetti lavoretti meno indegno. Mi duole non poterla compiacere in quanto alla fotografia, non avendone presentemente. Quando ne abbia mi farò un dovere di rimettergliela [15], pregando a contraccambiarla.

Ho già fatto stampare un certo numero di canzoni delle Eolie e appena ne abbia le prove glie le rimetterò. Resterà trasecolato del modo imperfettissimo nel quale le [troverà] [16] trascritte alcune, quasi del tutto italianizzate, altre con un’ortografia siciliana scorrettissima. Le ho però lasciate come erano state via via raccolte, volendo avanti tutto sottoporle al di lei saggio parere per eliminare in primo luogo quelle che le sembrino non locali o per altri motivi da scartarsi. Molte volte succede, in Italia specialmente, che canti d’altro luogo vengano adattati al dialetto e introdotti in essi parole che le danno un colore locale senza esserlo [17], e così può essere il caso con varii di quelli che troverà riportati. Dei proverbi ho cercato di scegliere quelli che mi sembravano meno comuni o per meglio dire generali, ciò che non vuol dire che non siano comuni in Sicilia e che in parte figurino nella di lei preziosa raccolta.

Mi creda coi sensi di particolare stima suo obb°a. Luigi Salvatore

VI. Mallorca, 21 maggio 1892.

Stimatissimo Dr G. Pitrè.

Terminata la revisione del testo della parte speciale della mia povera descrizione delle Lipari, comincerò adesso la stampa in quello e nella prima isola della quale mi occupo trovo i seguenti nomi che desidererei fossero il meno possibile scorretti e che sottometto per quindi alla sua saggia revisione: senza prendersi la molestia di riscriverli farà favore d’ indicarne solo al lato la vera ortografia siciliana. Le canzoni e proverbi suppongo le riceverò domani e mi affretterò di rimettergliele. Mi creda frattanto con i sensi di particolare stima suo obb.° a. Luigi Salvatore

VII. Mallorca, 26 maggio 1892

Stimatissimo Dr G. Pitrè.

Avrà ricevuto sotto fascia la traduzione spagnola della mia descrizione di Ibiza e Formetera [18] che ho considerevolmente aumentata in confronto all’originale che forma il primo tomo dei nove che scrissi sulle Baleari [19] e che spero vorrà, malgrado la sua pochezza, accettare di buon viso. Già le rimisi l’altro giorno una lista di termini siciliani ed ora vengo spedirle le poesie e proverbi delle quale le avevo già varie volte annunziato l’invio. Per le ragioni altre volte espresse mi sono limitato soltanto a fare nelle prove di stampa, che sono solo per correggere dovendo poi venire stampate in altro formato ed altri caratteri, sono quelle corretture necessarie per intendere il senso, tralasciando di fare tutto quello che spetteranno all’ortografia siciliana. Voglia agire con piena libertà, cancellando tutto quello che le sembra incongrua zavorra e solo correggendo quello che le pare atto a pubblicarsi. Anticipandole i miei ringraziamenti, mi creda con i sensi di particolare stima, suo obb.°a. Luigi Salvatore

VIII. Mallorca, 6 giugno 1892

Stimatissimo Dr G. Pitrè.

Mi affretto di ringraziarla per la nota di nomi siciliani corretti, per la gentilissima sua dalla quale rilevo compiacere come abbia terminato la stampa del catalogo illustrato della mostra ethnologica [20] siciliana che avevo esaminato con vivissimo interesse durante il mio ultimo soggiorno in Palermo [21].

Le saranno pergiunte le poesie e proverbi: solo la sua bontà saprà scusare tanti e tanti errori. Mi creda frattanto coi sensi di particolare stima suo obb.° a. Luigi Salvatore

IX. Mallorca, 8 giugno 1892

Stimatissimo Dr G. Pitrè.

Sempre dubbi o schiarimenti. Seguendo la sua norma scriverei:

tre = tri

frontone = frontoni

Ponente = ponenti

Levante = levanti

monte = monti

mentre li ho sentiti pronunciare a Lipari sempre con ‘e’ finale, forse un semplice italianismo o per meglio dire … [22] Desidererei pure sapere se il doppio ‘ll’ sempre si tramuta in doppio ‘d’. Per esempio: Filipella = Filipeddu, Molinella = Molinedda. Debbo scrivere: scogliu = scogghiu, scogliettu = scogghiotto, selvatici o salvatici, calda = cauda, vecchia = viecchia, formaggio = formaggiu e per delle scriverò conforme a della (d’à), d’è. Il plurale di labbru è labbra?

Con particolare stima suo obb.° a. Luigi Salvatore

  • Mallorca, 10 giugno 1892

Stimatissimo Dr G. Pitrè.

Mentre jeri le scrivevo mandando alla di lei gentilezza per schiarire alcuni miei dubbi, mi è pergiunto in quest’oggi il catalogo illustrato del quale mi annunziava il prossimo invio nell’ultima sua. I disegni di Aleardo Terzi sono graziosissimi ed eseguiti con molto gusto [23]. Nel testo si riconosce l’amore a Sicilia e a tutto quanto ha di caratteristico fino nei più piccoli particolari quel bel paese, che in tutte le sue opere rivela quello che diresse la mostra.

Il lungo soggiorno della Spagna diede a Sicilia molte cose di Spagna ed è incredibile il numero di nomi e di attrezzi [24] e i due paesi hanno fra di loro comuni. Son certo che una gita in Spagna, se già non la ha eseguita, le sarebbe di particolare interesse ed in tal caso mi lusingo visitasse anche queste isole che formarono la tappa usata nel transito fra Sicilia e Spagna.

Coi sensi di particolare stima suo obb.°a. Luigi Salvatore

XI. Venezia, 24 giugno 1892

Stimatissimo Dr G. Pitrè [25].

Voglia gentilmente dirigermi lettere fino a nuovo avviso a Zindis presso Trieste, dove penso da qui recarmi; ho disposto che quelle che in questo frattempo mi avesse dirette a Mallorca mi vengano fatte seguire.

Coi sensi di particolare stima suo obb.°a. Luigi Salvatore

XII. Zindis [26] presso Trieste, 5 luglio 1892

Stimatissimo Dr G. Pitrè.

mi sono pergiunti anche le lettere sue, una qui diretta del 27 e l’altra del 21 dello scorso mese che mi è stata da Mallorca rimessa, per le quali la ringrazio di cuore. Mi duole solo con quel [dono] [27] di canzoni di averle imposto tanta molestia, come le avevo scritto bastava che si limitasse solo a correggere quelle che credeva meno disadatte ad essere pubblicate. Mi conforta solo un pensiero, che il lavoro che sta facendo è in pro di quella Sicilia per la quale tanto ha fatto e che tanto ama. Il lavoro è anche un gran balsamo nei dolori dell’anima e voglio sperare che il tempo e se non toglie, almeno lenisce le ferite del cuore, potrà darle agio di dedicarsi ancora per molti anni ai suoi studi prediletti [28]. Certo sarebbe interessantissimo il confrontare quello che viene di spagnolo e di moresco in Sicilia, molte usanze, cantilene, parole di uso domestico, lasciarono pure gli arabi nelle Baleari che occuparono fino verso la fine del tredicesimo secolo e mi sono da tempo occupato di raccoglierne per cui di riunirle in un piccolo lavoretto. Queste indagini mi danno la speranza che un di potrò avere il piacere di stringerle la mano su quei liti.

Rispondendo adesso per numeri alle domande che mi fa nell’ultima sua, mi permetto osservare quel che segue.

1° La versione tedesca dei testi la farò io stesso quanto meno male potrò letteralmente.

2° Sarebbe bene indicare ciò che sia inedito, del resto, come sopra le indicavo, credo superfluo mettere tanta roba nella mia descrizione e mi rimetto quindi alla sua saggia opinione per scartare tutto quello che le sembra.

3° Con piacere profitterò della sua bontà per farle rivedere le bozze dell’edizione avanti l’imprimatur.

4° Alcune minute notizie sul genere delle canzuni e ciuri sarebbero utilissime, limitandosi però alla maggior concisione, dovendo sempre tenere in mente che non è un lavoro speciale, ma solo una lieve indicazione della materia in una descrizione generale delle isole.

Unita le rimetto una nota dei nomi di Vulcano e Vulcanello che ho cercato di adattare alle sue indicazioni; per maggior sicurezza li ho fatti rivedere da tre vulcanari; le lettere sottolineate risultano quali discrepanze all’ortografia da Ella indicatami. Così scrivono a Lipari e Vulcano picculu per picciulu, sierru per sierra, curruggiu per corruggiu, ruossu per rossu, ciensu per censu. Oltre di queste vi sono alcune parole nuove che ho sottolineate sottoponendole il suo giudizio, specialmente vorrei sapere se puortu deva scriversi portu e Sciara Sciarra, essendo parole che si ripetono con gran frequenza.

Bramerei avere presto risposta in proposito; con le canzoni proverbi al contrario non vi è fretta. Mi potrebbe per maggior brevità rimettermi la nota stessa indicando per separato le varianti, referendosi al numero. Scusi tante e tante noje. Sono veramente confuso di abusare tanto della sua compiacenza.

Coi sensi di particolare stima mi creda sempre suo aff.° e obb° a. Luigi Salvatore

XIII. Ischl [29], 9 luglio 1892

Stimatissimo Dr G. Pitrè.

in aggiunta a quanto le scrissi da Trieste, mi permetto osservare che quello che le dicevo riguardo allo scevrare tutte quelle che le sembrassero meno adatte ad essere pubblicate si riferisce pure ai proverbi, rimettendomi interamente al savissimo suo consiglio. Voglia scrivermi a Trieste dove conto domani far ritorno, essendo solo venuto qui per vedere l’Imperatore [30] che fortunatamente ho trovato benissimo in salute.

Coi sensi di particolare stima mi creda suo obb°, aff.°a. Luigi Salvatore

XIV. Trieste, 12 luglio 1892

Stimatissimo Dr G. Pitrè.

Oggi ho ricevuto la nota di nomi riveduti: grazie infinite per avermi compiaciuto così rapidamente. La parola Sciara (o Sciarra come si trascriverebbe seguendo l’orecchio della pronuncia locale) significa a Lipari una parte di monte caduto, ugualissimo nel significato a Abruhfung in tedesco, Enllavessat nell’aragonese delle Baleari. Cosa che in quelle isole vulcaniche di pietre più o meno corrotte dall’azione del fuoco suol essere frequentissimo.

Mi creda sempre suo obb.° aff.°a. Luigi Salvatore

XV. Trieste, 2 agosto 1892

Stimatissimo Dr G. Pitrè.

La ringrazio infinitamente per la gentilissima lettera sua del 28 dello scorso mese e mi duole di sapere il pericolo corso dalla di lei cognata [31], rallegrandomi il tempo stesso che l’operazione sia felicemente riuscita.

In un piego raccomandato mi pergiunsero le 12 carte con le poesie, proverbi eccetera restituiti al dialetto di Lipari, corredate da utilissimi schiarimenti. Non so veramente come trovar parole per ringraziarla per la tanta premura che si è presa per compiacermi e solo mi consola il pensiero nell’ aver tanto abusato della sua bontà che il lavoro è stato fatto in benefizio di una delle più piccole, ma al tempo stesso più interessanti regioni della sua bella e amata Sicilia.

Spero fra breve poterle mandare il mio lavoretto o, per meglio dire, il principio di esso, nel quale troverà le mie deboli ma sincerissime pubbliche grazie.

Mi creda frattanto coi sensi di particolar stima suo obb.° a. Luigi Salvatore

XVI. Trieste, 6 settembre 1892

Stimatissimo Dr G. Pitrè.

Si è compiaciuto mandarmi il suo studio sopra le tradizioni popolari del Vespro in Sicilia [32] e la ne ringrazio di cuore. Quell’eccidio terribile nel quale cadeva sotto il pugnale tanto il colpevole come l’innocente doveva per forza lasciar nel paese imperiture traccie di sé. Ella le ha rintracciate ed ognuno che si interessa per lo studio di quel popolo le ne sarà grato.

La stampa del mio libriciuolo va avanzando rapidamente. Nei giorni scorsi fui a Praga per passare una rivista generale nelle mie terre di Boemia e ne profittai per cercare d’ indicare a voce alcuni perfezionamenti alle stampe delle tavole di Lipari che colà si stanno eseguendo 2. Fui pure a Vienna per vedere l’esposizione teatrale e musicale che può dirsi riuscitissima. Una domenica che vi ero il concorso fu di trentaquattromila persone.

Mi creda con i sensi di particolarissima stima suo obb.° e aff.° a. Luigi Salvatore

  • Mallorca, 14 ottobre 1892

Stimatissimo Dr G. Pitrè.

eccomi di nuovo a Mallorca, tutto dedicato alle revisioni delle Lipari, delle quali spero presto poterle offrire il principio. Se mi scrive voglia dunque dirigere lettere qua. Mi creda frattanto coi sensi di particolarissima stima suo obb.° ed aff.° a. Luigi Salvatore

XVIII. Mallorca, 4 novembre 1892

Stimatissimo Dr G. Pitrè.

Le gentilissima sua del 28 unitamente al suo nuovo lavoretto, la rassegna sulla mia descrizione di Menorca [33] mi son pergiunti in quest’oggi e mi affretto di fargliene i miei più distinti ringraziamenti. Quest’ultima però mi confonde, vedendo tanti encomi non meritati fatti ad un mio lavoro del quale conosco i numerosissimi difetti. Possino le sue parole di lode essermi sprone per rendermene meno indegno nell’avvenire.

Accetti frattanto i sensi della mia distintissima stima. Suo aff.° Luigi Salvatore

XIX. Mallorca, 4 gennaio 1893

Stimatissimo Dr G. Pitrè.

Con troppo gentili termini mi esprimeva i suoi auguri pel nuovo anno con la carissima sua del 28 dello scorso mese che ho ricevuto in quest’oggi, perché non mi affretti di rispondervi subito ritornandoglieli unitamente a tutti i suoi cari sincerissimi.

Ho avuto nella scorsa settimana il piacere di avere per dieci giorni la nostra amatissima Imperatrice [34], la quale benché venisse dall’incantevole Palermo, che tante volte già aveva ammirato, restò così soddisfatta del paese che mi promise farvi fra breve ritorno.

Spero fra breve offrirle il principio dei miei scarabocchi sulle Lipari, la stampa delle quali rapidamente avanza.

Mi creda coi sensi di particolare stima sempre suo riconoscentissimoa. Luigi Salvatore

XX. Mallorca, 14 gennaio 1893

Stimatissimo Dr G. Pitrè.

Eccomi di bel nuovo a ringraziarla per un graziosissimo lavoretto suo sulla festa di Natale [35]. In Sicilia ugualmente che in Spagna ha conservato alla festa del nascimento di Gesù grazie alla profondamente radicata fede cristiana: una importanza di famiglia come in pochi paesi. E davvero qual motivo maggiore di gioja che quello del Verbum caro factum est [36], del Dio di bontà e d’amore che predicò l’uguaglianza e la fratellanza delle genti, che seppe rialzare l’amore per il prossimo col mezzo dell’amore alla creatura per l’amore ad essa pel Creatore. Nei paesi protestanti dove la reazione della fede cristiana fu potentissima dopo la riforma prese questa festa, cardine della fede di Cristo, nuovo splendore e così Ella benissimo osserva l’importanza che le viene data nei paesi del settentrione d’Europa.

In Italia sono in Firenze divenne l’albero di Natale proprietà [37] nazionale, importato con la corte di Maria Teresa o per meglio dire di suo figlio Leopoldo [38] e diventò usanza comune; solo mancavano gli abeti e all’incontro si formarono tre piedi di legno, così detti ceppi [39] adornati di candelette, di frutta sui ripiani dei quali ponevansi i regali. La casa più meschina di Firenze avendo la vigilia di Natale il suo ceppo, come a Vienna il suo Christbaum. Non so se la scelta dell’abete non venne dalla sua forma piramidale tendente verso il cielo quella che fece prescegliere alli antichi il cipresso come simbolo della vita eterna per le tombe quello che come albero della vita lo fecero scolpire alli orientali sulle fonti e quello che chissà fece l’invenzione della piramide faraonica e del triangolare (unum et trinum) ceppo moderno dei fiorentini.

Scusi tante chiacchiere. Mi creda sempre il suo obb.° e aff.° Luigi Salvatore

xxi. Mallorca, 8 febbraio 1893

Stimatissimo Dr G. Pitrè.

prima di tutto debbo ringraziarla pel nuovo invio di Dubbi e indovinelli siciliani da Ella [sic] pubblicati in occasione delle nozze Cassin-d’Ancona [40] che molto m’interessarono, quindi per due gentilissime lettere sue. Mi feci mandare da Milano il numero primo della “Natura ed arte” [41] che contiene l’articolo del Porena sulle Lipari; è molto succinto, contando appena quattordici pagine nelle quali figurano intercalate varie vignette che lasciano molto a desiderare in quanto alla somiglianza dei paesi ritratti. Sembra sia anche su varie cose poco informato. Così indica come proprietario di vulcano Mr. Narlian, il quale non è che il semplice impiegato di Mr. Stephenson. L’articolo è completo ed accompagnato da una cartina delle Lipari. Molto lusinghiere sono per me le parole di chiusura del Porena [42], per me, che da lungo tempo ed in dettaglio mi sono occupato di quelle isole, dicendo: “ Quell’arcipelago il quale merita d’esser segnalato fra le più segnalate meraviglie della nostra Italia meravigliosa”.

Fra breve mi permetterò di sottomettere al suo esame l’ortografia dei nomi di Salina [43].

Questi giorni abbiamo avuto di nuovo qui la nostra amatissima Imperatrice che passò sei giorni favorita da tempo bellissimo, percorrendo le sponde ed alture dell’isola, restandone… [44] ancorata presso la mia penisola della Fonduda [45], potendo visitare gran parte dei miei sentieri e punti di vista [46], assicurandomi che era il paese che più gli [sic] avesse piaciuto di quanti fino adesso aveva visitati. L’accompagnai fino a Menorca da dove fece poi volta per Barcellona.

Suppongo le sarà caduto fra le mani un libro ultimamente pubblicato da Hachette a Parigi con testo e disegni di G. Vuillier [47] (che già in gran parte avevano veduta la luce nel “ Tour du monde” [48]) sotto il titolo L’ Iles oubliées, parla delle Baleari, Corsica e Sardegna.

Mi creda coi sensi di particolare stima suo aff.° a. Luigi Salvatore

XXII. Mallorca, 7 marzo 1893

Stimatissimo Dr G. Pitrè.

Con grandissimo piacere ho ricevuto i suoi interessantissimi appunti sul Carnevale in Sicilia [49], che ho letti avidamente. Come ci si vede il grande amore a ricercare e conservare tutto quello relativo alle usanze della sua cara Sicilia! Mi era del tutto nuovo l’ordine del Duca di Ossuna di mascherarsi per forza e non per relazione non solo per similitudine di stranezza mi viene in mente l’idea di un moderno Duca di Ossuna che fatto da donna Isabel II [50] ambasciatore di Spagna alla corte di Russia, comprò tante case tra Madrid e Pietroburgo per poter dire arrivando in quella capitale che aveva da Madrid in poi dormito ogni notte in casa sua.

In quanto all’uso, già antico in Sicilia modernamente in tanti modi seguito di gettare… [51] che … [52] li abiti, ovvero quello di qui di Mallorca specialmente prescelto nei villaggi dai giovinotti verso le ragazze di gettare nei giorni di carnevale, ed in particolare negli ultimi, semi di bosa (Thagitia latifolia …. [53]). che si afferrano pertinacemente agli abiti e che formano una specie d’ infarinatura, dalla quale solo con molta pazienza uno si può liberare. Quanto vi sarebbe anche che qui da raccogliere di caratteristico ed interessante, ma tutto richiede tempo!

Frattanto ho già terminato di comporre un’altra isola delle Lipari, quella di Salina, e presto mi prenderò la libertà di rimettergliene i cenni per correggerne l’ortografia dialettale.

Suppongo che l’ultima mia le sarà pergiunta. Coi sensi di particolare stima mi creda suo obb.° e aff.° a. Luigi Salvatore

XXIII. Mallorca, 14 marzo 1893

Stimatissimo Dr. G. Pitrè.

Come le indicavo nell’ultima mia mi prendo la libertà di rimetterle una nota della nomenclatura dei vari punti di Salina che dietro le mie note ho fatto trascrivere e correggere in Lipari e che le rimetto qui acclusi con unita una nota mia ‘A’ [54], nella quale spiego il significato di alcuni nomi pel caso non fossero bene tradotti nel dialetto siciliano o per meglio dire liparotto e faccio altre osservazioni. Quindi va un’altra serie di nomi ‘B’, dei quali varii non van compresi nelle 12 pagine suindicate, ma che trovò indicate nella carta. Come vedrà alcuni nomi sono più volte ripetuti. Quel che non fa del resto niente. La prego di volermi rimettere le 15 pagine in plico raccomandato con le sue correzioni ed osservazioni. Con anticipati ringraziamenti suo obb.° e aff.° a. Luigi Salvatore

XXIV. Mallorca, 5 aprile 1893

Stimatissimo Dr. Giuseppe Pitrè.

La ringrazio distintamente per le due lettere sue in data del 19 e 23 dello scorso mese e per le lusinghiere parole che contengono, come pure per la rapidità con la quale ha eseguito la correzione della lista di nomi di Salina. Ho già quasi del tutto rivedute le stampe anche di Lipari e fra breve abuserò di nuovo della sua immensa bontà per rivedere i nomi di detta isola.

Accetti i miei più sinceri ringraziamenti per tanta molestia che s’ impone per compiacermi e mi creda con i sensi di particolarissima stima suo aff.° e obb.° a. Luigi Salvatore

xxv. Mallorca, 8 aprile 1893

Stimatissimo Dr. G. Pitrè.

Mi è venuto un dubbio se la parola cannicci (per seccare fichi, uva etc.) si debba scrivere canizzi. A me sembrerebbe, ma ho voluto consultarlo. Scusi tante noie e mi creda sempre suo obb.° e riconoscentissimo a. Luigi Salvatore

XXVI. Mallorca, 21 aprile 1893

Stimatissimo Dr G. Pitrè.

Graditissima come tutte le sue mi fu la sua del 19 corrente e la ringrazio distintamente per lo schiarimento riguardo a cannizzi e per li appunti bibliografici che mi rimette. Conoscendo quanto sia gentile la pregherei di farmi copiare da un buon copista, dei quali certo non ne farà difetto in Palermo, i due seguenti manoscritti della Comunale di Palermo: Consuetudini dell’isola di Lipari, segnato GG. F.X.219 e Iscrizioni di Lipari raccolte dal Marchese di Villabianca, segnato GG. D. 123. 298. 24. Mi farà quindi favore di scrivermi cosa abbia per ciò speso, a fine che le possa rimettere l’importo. Mi scuserà tanta franchezza.

Ho già terminato di correggere Salina e ho quasi del tutto ordinato Lipari, i nomi della quale isola sottometterò presto alla sua dotta correzione.

Coi sensi di particolarissima stima mi creda suo obb.° a. Luigi Salvatore

XXVII. Mallorca, 1 giugno 1893

Stimatissimo Dr G. Pitrè.

Se non risposi subito ringraziandola per una gentilissima sua del 30 aprile era che desideravo unire a questa mia i nomi di Lipari; ciò che spero poter fare fra breve avendoli qui tutti inviati per il controllo locale. Vedendo però passare i giorni senza che mi siano tuttora pergiunti, le mando queste righe per farle i miei ringraziamenti per li schiarimenti che ebbe la bontà di darmi. Anche le iscrizioni della cattedrale mi sembrano di poca importanza. In quanto alle consuetudini dell’isola di Lipari commisi io un errore nell’interpretazione della parola consuetudini, che io presi per usanze (contrariamente qui trattasi di consuetudini legali, che hanno col tempo piena forma di legge), quel che non entra nel quadro descrittivo che mi era prefisso.

Ho [in] questi giorni terminato di correggere Lipari, avendo già dato termine a Salina, così saranno fra breve ultimate le tre isole più importanti, restandomi solo le quattro più piccole, delle quali ho qui Panaria [55] con Baciluzzo e altri scogli adiacenti fra le mani.

Coi sensi di particolare stima mi creda suo obb.° e aff.° Luigi Salvatore

XXVIII. Mallorca, 5 giugno 1893

Stimatissimo Dr Giuseppe Pitrè.

Secondo le indicavo nell’ultima mia sono oggi in grado di rimetterle il principio dei nomi di Lipari dopo le loro correzioni locali [56], sottomettendoli adesso alla di lei dotta correzione linguistica siciliana. Fra breve spero poterle inviare quelli che tuttora mancano di Lipari, che sono molti. Mi creda sempre suo obb.°, aff.° a. Luigi Salvatore

XXIX. Mallorca, 8 giugno 1893

Stimatissimo Dr. G. Pitrè.

Aggiunti vennero i nomi del capitolo quinto di Lipari alla sua dotta revisione. Coi sensi di particolare stima a. Luigi Salvatore

xxx. Mallorca, 15 giugno 1893

Stimatissimo Dr G. Pitrè.

Sapendo quanto s’ interessi a tutto quello che si riferisce ad usanze popolari le ho rimesso sotto fascia un Album di compositori di Mallorca. Le canzoni popolari di B.Torres furono raccolte da Valdemosa, che è amico di donna Isabel, per me e da me pubblicate nella descrizione di quest’isola [57]. Le altre sono tutte prodotto di conoscenti miei fuori la Sibila che fece a suo tempo… [58] Sono dedicati a Maura, attuale ministro d’ ultramar, del quale va il ritratto sulla copertina, nativo di Mallorca e fratello del poeta Gabriel Maura e del pittore [59].

Ho già terminato di correggere Lipari e Panaria, così non mi restano più che Stromboli, Filicuri ed Alicuri: le ultime due di minore interesse che le altre isole del gruppo e che spero pure fra breve poter ultimare.

Coi sensi di particolare stima mi creda suo aff.° e obb.° a. Luigi Salvatore

XXXI. Mallorca, 18 giugno 1893

Stimatissimo Dr G. Pitrè.

Aggiunti vanno i rimanenti nomi di Lipari: come vede sono molti e troppo abuso della sua pazienza. Suppongo le sarà pergiunta, quando ricev[erà] questa, l’ultima mia.. con un album di musica locale.

Coi sensi di particolare stima mi creda suo aff.° e obb.° a. Luigi Salvatore

XXXII. Mallorca, 30 giugno 1893

Stimatissimo Dr G. Pitrè.

in primo luogo debbo ringraziarla per l’invio di una nuova pubblicazione sua sopra uno delli interessantissimi costumi carnevaleschi siciliani [60], sul quale già avevo letto in un precedente suo lavoro e quindi per la gentilissima sua del 19 corrente con la quale mi rimetteva la revisione dei nomi di Lipari. In quanto all’uso delle lettere majuscole il trascrittore siciliano ha copiato la nota che gli avevo rimesso ed è stato per seguire il metodo che avevo pure adottato per le Baleari, di scrivere con majuscola i sostantivi, come si usa in tedesco, per migliore intelligenza del lettore. Così Puzza d’u Palazzu, mentre trattandosi d’un aggettivo lo mettevo con lettera piccola [61], per esempio: Puzzu picciulu.

Spero che presto le potrà pergiungere l’esemplare di Vulcano che le faccio spedire, avendone oggi ricevute le ultime pagine in netto.Suo obb.°e aff.° Luigi Salvatore [62]

XXXIII. Mallorca, 8 luglio 1893

Stimatissimo Dr G. Pitrè.

Grazie infinite per la gentilissima lettera sua del 30 e per i corretti nomi di Lipari che al pari tempo ricevetti. Le unisco qui quelli di Panaria, la più piccola delle Lipari: per conseguenza sono pochi. Misi jeri termine alla stampa di Salina, così penso che questo quaderno potrà uscire quasi contemporaneamente a Vulcano. In quanto a questo, del quale le avvisai nell’ultima mia, le rimane solo la sua indulgente bontà vorrà scusare i numerosissimi sbagli e difetti 65. Lipari è pure ultimato di correggere e star sotto i torchi. Mi resta solo a dar l’ultima mano a Stromboli, Filicuri e Alicuri: le ultime due di piccola importanza.

Mi creda frattanto suo aff.°, obb.° a. Luigi Salvatore

XXXIV. Mallorca, 28 agosto 1893

Stimatissimo Dr G. Pitrè.

Accusandole ricevimento dei nomi gentilmente corretti di Panaria e della gentilissima sua del 21 corrente, sono veramente confuso del buon concetto nel quale ritiene il mio lavoretto su Vulcano. Troppo onorato sarò se si vuol dar la pena del darne un cenno bibliografico [63], nel quale se lo crede opportuno, può mettere il nome dell’autore. Anche questo temo non contribuirà che a fare risaltare maggiormente i numerosi difetti e del libriciuolo. Salina le pergiungerà fra breve. Lipari è pure ultimato, mancando solo alcune illustrazioni. Panaria la ho terminata di rivedere. Mi restano solo Stromboli, Alicuri e Filicuri: queste… [64]

Mi creda, coi sensi di particolare stima, suo obb.° a. Luigi Salvatore

xxxv. Mallorca, 14 settembre 1893

Illustre Dr. Giuseppe Pitrè.

Oggi ho mandatoli ultime corretture di Stromboli, così è ultimata la descrizione delle sette [isole]. Unito le compiego i nomi di Stromboli, Filicuri e Alicuri [65] alla sua dotta revisione. Mi creda sempre suo obb.° e aff.° a. Luigi Salvatore

XXXVI. Mallorca, 9 ottobre 1893

Stimatissimo Dr G. Pitrè.

Ritornato da una breve gita a Parigi, trovo la gentilissima lettera sua del 28 dello scorso mese coi nomi corretti. Suppongo [che] Salina sarà forse già - sennò fra breve - nelle sue mani. Spero vorrà scusare con la sua consueta benevolenza i molti difetti, non tenendo presente che la buona volontà del donatore. Mi creda coi sensi di particolare stima suo obb.° Luigi Salvatore

  • Mallorca, 21 novembre 1893

Stimatissimo Dr G. Pitrè.

Graditissima mi fu la lettera sua del 12 e voglio sperare si sia già completamente ristabilito del suo occhio, forse causato da troppo assiduo lavoro. Troppo indulgente è verso di me riguardo al mio lavoretto su Salina. Spero fra breve poterle rimettere il terzo quaderno Lipari, più voluminoso e variato dei due precedenti. Le rimanenti quattro isole sono già nel testo corrette e rivedute e aspetto solo che venghino [sic] terminati i rispettivi tagli in legno . Frattanto avanzo con la parte generale di tutte e sette [66].

Coi sensi di particolare stima mi creda sempre suo aff.° e obb.° a. Luigi Salvatore

XXXVIII. Mallorca, 19 gennaio 1894

Stimatissimo Dr Giuseppe Pitrè.

Oltremodo graditami fu la gentilissima sua del 30 dello scorso mese, e così i suoi voti che le ritorno di vero cuore. Mi sia permesso pure d’estenderli al bene generale di Sicilia, che spero si sveglierà da un momentaneo atterramento di alcuni... [67]

Il suo nuovo opuscolo sui costumi dei venditori ambulanti di Palermo [68], nel quale vedo con tanta perfezione quelle figure caratteristiche del vero sembiante locale, mi è stato graditissimo. Dal canto mio ho terminato ieri l’ottavo ed ultimo quaderno delle Lipari, che fra breve spero potrà essere stampato e che comprende la parte generale delle sette isole. Il terzo, Lipari, è terminato (157 pagine) e i susseguenti Panaria, Filicuri, Alicuri e Stromboli sono tutti stampati i corretti nel testo, restando solo ad ultimare le relative illustrazioni.

Mi creda coi sensi di particolare stima ed affetto suo obb.° a. Luigi Salvatore

XXXIX. Mallorca, 2 marzo 1894

Stimatissimo Dr G. Pitrè.

La posta d’oggi mi portava la sua Bibliografia [69]: lavoro ingente, vera corona alle sue tante pregevolissime opere, e cosa dire dell’animo delicato che lo dedica alla pia memoria della madre [70] e v’intesse l’operosità dei figli [71]? Se non che la parola che tutti dicono che conoscer Pitrè è sinonimo di stimarlo ed amarlo.

Nei giorni scorsi ero in Alicante, dove percorsi quei dintorni e le foreste di palme d’Elche con la mia amatissima Sovrana, reduce da Madera. Adesso sto correggendo l’ultimo quaderno delle Lipari [con] la parte generale di esse.

Coi sensi di particolare stima sono obb.° e aff.° Luigi Salvatore

XL. Mallorca, 24 aprile 1894

Stimatissimo Dr G. Pitrè.

Suppongo avrà ricevuto … [72] la mia riconoscenza per l’invio della … [73] Bibliografia delle tradizioni popolari siciliane, la quale ha reso un importantissimo servizio al suo paese e in genere a tutti quelli che trattano i nostri studi. Voglia adesso che la ho percorsa e studiata, accettare le mie più sincere congratulazioni per aver posto termine a sì indefesso lavoro coadiuvato dai suoi amatissimi figli, “ cresciuti amanti del sapere” [74].

Uniti troverà alcune bozze dove figurano i proverbi, canzoni e [costumi] di Lipari. Credo non vi siano più molti sbagli, ciò nondimeno mi pare prudente sottometterli a una sua revisione, tanto più che mi nacquero alcuni dubbi (le bozze andranno sotto fascia). Per esempio paradisa (p. 52) deve scriversi con un ‘d’ o con due, come a pagina 56? Bellezza deve scriversi con ‘1l’ o con del?. Il senso del primo verso (p. 55) non mi è chiaro. Pagina 10: deve scriversi pettu o piettu? A 10 non deve dire junca invece di bianca ? A 30 (p 63) non deve dire biddizzi e bedda, come dice nel terzultimo verso (vedi sopra)? Pagina 68: deve dire lu o la sopracarta? La parte generale che è l’ottavo e ultimo quaderno è già stampata fino a pagina 88.

Nei giorni passati ebbi qui la Principessa ereditaria vedova, Arciduchessa Stefania [75], alla quale servii di guida in queste tre isole, delle quali potè percorrere i punti più interessanti. Conserva grato ricordo di Palermo e dintorni da precedenti gite sue: quel che le sarà piacevole sapere, amando sì tenacemente la bell’isola che col suo sapere tanto onora.

Mi creda coi sensi di particolare stima suo obb.°a. Luigi Salvatore

XLI. Mallorca, 20 maggio 1894

Stimatissimo Dr. G. Pitrè.

Ricevei da Leo Woerl da Wurzburg un libro intitolato: Spanien in Wort und Bild [76], l’ultimo capitolo sulle Baleari è scritto da me e estratto dalla mia descrizione di queste isole [con] le vignette che l’accompagnano. Ho cercato di ridurre a una trentina di pagine [77] cosa vi era di più notevole: è un lavoretto di ben poco merito e che solo oso offrire conoscendo il suo compatimento verso le mie misere pubblicazioni. Spero che avrà ricevute le prove di stampa delle canzone di Lipari e che presto le avrò di ritorno.

Coi sensi di particolare stima mi creda sempre suo obb.° e aff.° a. Luigi Salvatore

XLII. Mallorca, 23 maggio 1894

Stimatissimo Dr. G. Pitrè.

La ringrazio infinitamente per la gentilissima sua del 18 corrente e per le prove di stampa così [diligentemente] corrette. Spero fra breve ultima nella parte generale delle Lipari, essendone stampate già 112 pagine. La spedizione del terzo quaderno è stato alquanto ritardata a causa di alcune tavole, l’esecuzione delle quali ha preso più tempo che credessi. Spero però che lo potrà avere fra pochi giorni. Frattanto le sarà pergiunto un altro meschinissimo lavoro che le annunziavano con l’ultima lettera mia.

Mi creda anche con i sensi di particolarissima stima suo obb.° e aff.° a. Luigi Salvatore

XLIII. Mallorca, 24 luglio 1894

Stimatissimo Dr. G. Pitrè.

Oggi ricevo la gentilissima sua del 16 corrente e la ringrazio di cuore per l’interesse che prende nella mia persona. Terminato l’ottavo ed ultimo quaderno delle Lipari pensavo far ritorno a Trieste ed essendo il fondo della Nixe [78] alquanto sporco, pensai fosse vantaggioso di prima farlo raschiare e dipingere nel bacino d’Algeri. Dietro ripetute istanze della mia gente presi meco per prima volta un capitano di qui D. Rafael Vich y Rossello che tante volta era stato a Algeri e che doveva con me dividere i per me lievissimi lavori [79] della navigazione. Facemmo racibo su Capo Goxine [80] e passato la lanterna di questo - visibile 25 miglia, con lampi di 30 in 30 secondi - andai abbasso in cabina, quasi con l’eguale fiducia che quando il piloto di porto è a bordo, avendo meco un pratico della costa. Restai forse 5 minuti e venuto in coperta messi [sic] la macchina a tutta forza indietro, ma era troppo tardi e col poco d’abrivo che restava al bastimento toccammo lo scoglio, dell’esistenza del quale io parlava a Vich già il dopo pranzo e avendoli dato ordine di farsi su Capo Matapan senza troppo accostarsi a Goxine per poi piegare verso Algeri all’avvistare il faro dell’ile S. Amatrine. Il giorno seguente partii per questa volta da dove feci bel nuovo ritorno a Algeri venendone reduce [81] jeri mattina.

Coi sensi di particolare stima mi creda suo aff.° Luigi Salvatore

XLIV. Mallorca, 7 agosto 1894

Stimatissimo Dr. G. Pitrè.

Ricevetti questa mattina la grata sua del 31 dello scorso mese, unitamente al suo discorso su Antonio Veneziano [82], sul conto del quale tanto si parlò: l’ho letto con vivo interesse e la ne ringrazio distintamente, come pure della buona accoglienza che fa al mio terzo quaderno delle Lipari, malgrado i suoi numerosi difetti. E’ già terminato di stampare in netto l’ottavo ed ultimo quaderno, pel quale mancano solo alcune tavole che spero però saranno presto ultimate. Esso tratta della parte generale delle sette isole.

Sto adesso, come distrazione dopo un naufragio, scegliendo raccontini (rondayes) di quest’isola che ho fatto raccogliere in tutti villaggi e dei quali desidererei pubblicare un piccolo saggio [83]. Sono in dubbio se mettere l’originale unito a mia traduzione tedesca, ovvero solo quest’ultima. M’inchino [84] a questa essendo l’originale trascritto come il racconto fu fatto da persone analfabete, la più parte delle volte con ripetizioni e giri tutt’altro che letterarii, spesse volte solo cercando ad allungare perché venga alla memoria il racconto quasi svanito. Essendo Ella persona sì conpetente in tal materia, mi farebbe favore esternandomi la sua opinione, osservando che l’originale resterebbe incomprensibile alla più parte del pubblico.

Coi sensi di particolare stima mi creda suo aff.° a. Luigi Salvatore

XLV. Mallorca, 28 agosto 1894

Stimatissimo Dr Giuseppe Pitrè.

Oggi mi è pergiunta [la lettera] del l6 corrente e la ringrazio caldamente, Lecco grazie caldamente è pronto e segui che io non posso dove caldamente tanto più che mi ha fatto che mi ha tolto d’un dubbio. Certo il suo modo di vedere è il giusto: la semplice tradizione assoluta non sarebbe che un’ ombra di quelle novelline, alcune delle quali credo saranno abbastanza caratteristiche. Una difficoltà anche adesso mi si presenta con maggiore importanza di quanto io credevo, è il discernere quelle che.... [85] siano d’origine locale e quelle che potrebbersi dire importate. Ve ne sono alcune come quelle dell’amore delle tre narance [86], della bella e la bianca, del frate e le pernici che esistono pure in Italia e in altri luoghi e che con piccole varianti si ritrovano a Mallorca, forse frutto di letture e poi nel tempo diventate proprio per dir così popolare. Mi è sembrato davvero del tutto.... [87] da queste e piuttosto attenermi a... [88] si riferissero a punti speciali del... [89] che trattassero di fatti che... [90] parte favolosi tenessero... [91] locale. Certo è un labirinto, di cui sortita non è tanto… [92], tanto più che il numero di tali racconti è grandissimo e che spesso ho rintracciato alcuni d’origine di certo forestiera, però vestiti con forme locali in quanto alli oggetti, termini eccetera.

Credo sarà meglio troppo, che troppo poco stacciare [sic] e sembrami che converrebbe la raccoltina non contasse un... [93] in numero di novelline, credo che una cinquantina sarebbero sufficienti per dare un primo saggio. Cosa gliene pare? Scusi tante domande e noje che non sono che una conseguenza della mia ignoranza e un sincero omaggio al suo sapere.

Coi sensi di particolare stima suo aff.° a. Luigi Salvatore

XLVI. [Praga], 13 settembre 1894

Stimatissimo Dr. G. Pitrè.

Ho passato un pajo di giorni a Praga dove il visto come i lavori relativi ai rimanenti quaderni delle Lipari siano in quanto alle illustrazioni molto avanzati, il testo è - come Ella sa - già stampato. Il quaderno relativo alla parte generale che è l’ottavo ed ultimo, uscirà fra pochi giorni non mancando che una sola tavola a terminare d’ incidere.

Lettere voglia, pel caso mi scrivesse, mandarle al solito a Mallorca dove conto fare fra breve ritorno; benché tuttora si stia qui assai bene, oggi sono 14° Reamur e il giardino della Burg che ho sotto le finestre è tuttavia freschissimo e verde e così i prati che si stendono fra i nuovi musei col bel monumento di Maria Teresa 101 che sorge in distanza.

Mi creda con i sensi di particolare stima suo aff.° Luigi Salvatore

XLVII. Mallorca, 8 dicembre 1894

Stimatissimo Dr. G. Pitrè.

Suppongo le sarà finalmente pergiunta alla parte generale delle Lipari e che grazie alla sua indulgenza verso di me la vorrà accettare con buon viso, malgrado le sue ampie lacune e molteplici errori. Sapendo quanto s’ interessi a tutto quello che ha riguardo al folklore della conca mediterranea le ho spedito un paio di giorni fa un libretto di Noguera [94], un musico di qui che forse scorrerà con piacere.

Coi sensi della mia particolarissima stima mi creda sempre suo aff.° a. Luigi Salvatore

XLVIII. Mallorca, 9 gennaio 1895

Stimatissimo Dr. G.Pitrè.

Ritornato d’ Algeri dove passai nove giorni con l’oggetto di visitare la mia amatissima Imperatrice trovo la sua del 22 dello scorso mese e un nuovo lavoro [95] che vedo con piacere come con animo gentile l’abbia dedicato a Vuillier [96].

Non so come ringraziarla per le cortesi parole che mi dirige in quanto alla parte generale delle Lipari, nelle quali però troppo riconosco l’indulgenza sua a mio riguardo. Panaria, il quarto quaderno sta per ultimarsi. I tre successivi: Filicuri, Alicuri e Stromboli sono già tutti stampati e corretti nel testo, non ne sono però ancora terminate le incisioni in legno che tuttora prenderanno qualche tempo. Le carte relative sono già stampate. Leggerò compiacere i suoi costumi siciliani della provincia di Messina e di Palermo. A proposito di questo nuovo studio suo mi viene a mente un fatto a me noto. Un mio conoscente che s’intendeva molto di pietre preziose vuole formare una collana di smeraldi. Da tutti i paesi gli venivano fatte offerte: ora uno era troppo grande, ora l’altro troppo stretto, ora uno non aveva l’acqua desiderata, ma a forza di pazienza e di tempo mise assieme la completa raccolta forse la più bella del mondo, e questa collana - mi sia permesso il confronto - è quella, ma cento volte più preziosa, che Ella coi suoi indefessi studi è andato formando su tutto quello che abbia di più caratteristico e proprio il popolo siciliano.

Riceva i miei più sinceri auguri per la stagione mi creda con i sensi di particolarissima stima suo aff.° a. Luigi Salvatore

IL. Mallorca, 12 marzo 1895

Stimatissimo Dr.G. Pitrè [97].

Da gran lunga non ho il bene di ricevere nuove sue. Spero ciò nondimeno che starà bene e che sarà solo occupato in qualche nuovo lavoro. Fra giorni riceverà il quarto quaderno delle Lipari, Panaria, ormai ultimato che spero vorrà accettare di buon viso come i precedenti, contemporaneamente all’espressione della mia particolarissima stima. Suo aff.° a. Luigi Salvatore

L. Mallorca, 20 marzo 1895

Stimatissimo Dr. Giuseppe Pitrè.

Da lungo tempo [98] sono privo di sue nuove: spero che ciò sarà dovuto ad essere dedicato a qualche nuovo importante lavoro. Riceverà quanto prima Panaria, il quarto quaderno delle Lipari che tratta della più piccola ma chissà della più graziosa isola del gruppo. Spero che lo vorrà accettare con la sua consueta benevolenza. Mi creda con i sensi di particolare stima suo aff.° a. Luigi Salvatore

LI. Mallorca, 5 maggio 1895

Stimatissimo Dr. G. Pitrè.

Non posso a meno che ringraziarla subito per la gentilissima lettera sua del 29 dello scorso mese che mi è oggi pergiunta, come pure per il nuovo lavoro sulla festa di San Francesco di Paola [99] che leggerò con vivo interesse. La tema di “importunare” con lettere sue non è che figlia dell’immensa sua modestia che tanto ben s’accoppia al suo tanto sapere, e le posso assicurare che ogni riga sua mi è graditissima.

Frattanto le sarà pergiunto dopo l’ottavo quaderno (la parte generale) il quarto delle Lipari che tratta della piccola Panaria.

Credo le notizie dei giornali relative a Giovanni Orth [100] che sia in Giappone affatto infondate. Dopo la partenza di mio fratello dalla Plata non se ne sono avute più nuove e tutto quanto fu scritto e detto non furono che congetture. Ma quel che non si sa è difficile il negarlo d’un modo sicuro tanto più che secondo l’opinione di alcuni egli si sbarcò prima della partenza dal suo legno che sembra fuor d’ogni dubbio naufragato [101].

Desiderando che la buona sta stagione possa essere favorevole alla sua preziosa salute, mi creda coi sensi di particolarissima stima suo obb.° a. Luigi Salvatore

LII. Mallorca, 16 maggio 1895

Stimatissimo Dr. G. Pitrè.

Ricevo la gentilissima sua dell’ 11 e mi rallegro seco lei del progredire dei suoi sì importanti lavori. Giacché ha la bontà di farmene cenno, posso ricordarle che già ho scelto le Rondelles da pubblicare [102] fra le molte che ho sott’occhio, che credo saranno sufficienti per dare una idea. Se piaceranno potrà il primo volumetto esser seguito da altri.

Coi sensi di particolare stima ed affetto mi creda suo obb.° A. Luigi Salvatore

  • Mallorca, 11 novembre 1895

Stimatissimo Dr. G. Pitrè.

Da gran lunga non ho avuto il bene di ricevere lettere sue, però una sua pubblicazione [103] che ho qui trovato al mio arrivo dopo una lunga crociera sulle coste di Dalmazia, isola Jonie, Sicilia, costa d’ Italia, Francia meridionale e Catalogna mi è prova del buon sovvenire che di me conserva. Ero sul punto di venire da Messina a farle una visita a Palermo, ma il tempo bellissimo mi attrasse a Stromboli dove passai di nuovo qualche tempo per cercare di rendere meno incompleto l’ultimo quaderno delle Lipari. Spero sarà in una prossima occasione che verrò a porgerle i miei ringraziamenti per tante amabilità avute per me.

Suppongo le sarà pergiunto il mio libretto su Columbrete [104]: fra breve riceverà il quinto quaderno delle Lipari: Filicuri. Possa accettarlo benevolmente assieme all’assicurazione della mia particolarissima stima. A. Luigi Salvatore

LIV. Mallorca, 17 novembre 1895

Stimatissimo Dr. Pitrè.

Ricevo in questo momento la gentilissima sua dell’ 11 corrente e in pari tempo il nuovo volume (XIX) della sua Biblioteca [105]: è un lavoro importantissimo, peccato che non abbia ogni paese il suo Pitrè. Che miniera ricchissima non è lo studio del popolo! Le novelle di qui sono già in parte stampate e spero presto poterle offrire il volumetto: un granello di sabbia contro quello che si potrebbe fare; sarà almeno un piccolo saggio. La ringrazio per la buona accoglienza che ha fatto al mio libercolo su Columbrete; fra giorni riceverà Filicuri, ormai terminato del quale manca solo una tavola a stampare. Sto adesso ritoccando Stromboli so quale ho fatto quest’anno un duplice soggiorno.

Coi sensi di particolarissima stima e sincera ammirazione mi creda suo aff.°

a. Luigi Salvatore

LV. Mallorca, 12 gennaio 1896

Stimatissimo Dr. G. Pitrè.

Ritornato da una gita che avevo fatta a Mentone per visitare l’Imperatrice [106] a Cap Martin [107] e con la quale ripercorsi quelle amene alture a me sì note, ma pur sempre belle, trovo la gentilissima lettera sua e la ne ringrazio come pure per le sue felicitazioni pel nuovo anno che le ritorno sincerissime.

Jeri ho ricevuto il volume di Gaston Vuillier La Sicile. È un bel libro e scritto con amore per la sua bella patria nel quale viene dato il giusto tributo di venerazione al gran folkorista italiano [108].

Nella sua bontà verso di me mi domanda delle fiabe che stavo pubblicando. Il testo originale è già stampato e riveduto e adesso aspetto solo la revisione della versione tedesca che ho cercato di tenere il più possibile testuale e dell’introduzione. Ho avuto l’idea di far due volumetti [109], così che il lettore possa se s’ interessa alla lingua di questo paese tenere a lato la traduzione, e se ne è interamente ignaro leggere solo la traduzione, mentre per le persone di qui resta questa per la grandissima maggioranza inintelligibile e potranno leggere il volumetto del testo originale. Lo ho fatto specialmente con l’idea di venire tipograficamente meglio, evitando che restino delle pagine parzialmente vuote come sarebbe facendone una pagina in una lingua e l’altra nell’altra, essendo cosa non facile che l’estensione del testo sia nelle due lingue perfettamente uguale.

Accetti i sensi della mia particolarissima stima e mi creda suo obb.° a. Luigi Salvatore

LVI. Mallorca, 15 marzo 1896

Stimatissimo Dr. G. Pitrè.

riceverà questi giorni da Leo Woerl (Wurzburg) due volumetti sotto il titolo Marchen aus Mallorca [110]. Spero ne accetterà di buon viso malgrado i loro tantissimi difetti e li giudicherà con indulgenza. La prego prima di tutto di leggere il postfazio che mi servirà in qualche modo di scusa. Riceverà pure da H. Mercy (Praga) il sesto quaderno delle Lipari, Alicuri, la più magra delle sette isole. Adesso manca solo Stromboli, già stampato nel testo e le di cui 40 illustrazioni si trovano già tutte in lavoro.

Coi sensi di particolare stima mi creda sempre suo aff.°Luigi Salvatore

LVII. Mallorca, 10 aprile 1896

Stimatissimo Dr. G. Pitrè.

La ringrazio distintamente per la gentilissima sua e per la buona accoglienza che ha voluto fare al mio meschino saggio di Marchen aus Mallorca, solo mi duole sapere che sia stato indisposto e di cuore desidero che si sia già completamente ristabilito. Son certo che l’imperatore Guglielmo [111] che ereditò dal nonno l’amore dei libri avrà molto gradito alla sua Biblioteca [112] offertagli dal Sindaco di Palermo, pochi paesi possono far mostra di una raccolta folklorica sì ricca e completa. La sua Biblioteca dovrebbe servire a molti di modello e ognuno dovrebbe sforzarsi per riuscire a conservare nelle varie terre d’Europa quel che fra alcuni decenni diverrà forse impossibile di raccogliere.

Alicuri, ormai ultimato, lo riceverà fra giorni. Stromboli (51 pagine e 90 illustrazioni) lo ho pure riveduto nelle ultime prove; dieci incisioni sono fatte, trenta tutt’ora in lavoro.

Mi creda coi sensi di particolarissima stima suo aff.° a. Luigi Salvatore

LVIII. Mallorca, 22 aprile 1896

Stimatissimo Dr. Giuseppe Pitrè.

Nel fascicolo IIIII della “Rivista geografica italiana” di quest’anno volle il prof. G. Marinelli [113] parlare, con certo non meritate lodi, della mia descrizione delle Lipari e termina con le seguenti parole: “Una cosa però notammo con dispiacere, ed è che, in mezzo a tanta copia di notizie, manca una breve storia della conoscenza e della esplorazione scientifica dell’arcipelago e un elenco bibliografico delle opere che la riguardano”. Mi sembrò prescindere da quest’ ultimo avendolo fatto l’ingegneri Cortese e Sabatini nella bella memoria geologica che pubblicarono sulle isole Eolie e Ustica, alla quale bibliografia solo un pajo di insignificanti pubblicazioni potrebbersi aggiungere. In quanto una storia della conoscenza dell’arcipelago, non se ne può parlare, essendo questa così antica come la civilizzazione classica. Si potrebbe però aggiungere come nono ed ultimo quaderno una della storia delle Lipari e varie volte ne ho vagheggiato l’idea. Solo la storia antica di esse si può dire più appartenente alla mitologia che alla storia e la successiva così strettamente connessa con la storia dell’immediata Sicilia che si può quasi dire che una storia delle Lipari diventerebbe una storia di Sicilia o che dovrebbe solo limitarsi nei fatti riferentesi alle Lipari come la depredazione di Heireddiu ed altri. Ecco i due scogli che mi si sono presentati. Poco o nulla potrebbe raccogliersi in Lipari sull’argomento, eccettuato qualche dato nel vescovado e dovrebbe essere nell’archivio di Messina e Palermo e forse Milazzo che persona capace ed assidua potrebbe raccogliere materiali su tal soggetto. Vengo adesso a domandare la sua franca opinione sul soggetto; varie sono le storie già pubblicate delle Lipari piene di inesattezze, mescolando la favola alla storia, dalle quali poco o niente potrebbe attingersi. Uno dovrebbe risalire a uno spoglio dei classici antichi riguardo alla parte storico-mitologica e attingere a fonti sicure i fatti posteriori e solo quelli realmente riguardanti le isole e non tutti quei cambiamenti alle volte importantissimi che subirono le isole assieme a[lla] Sicilia e che basterebbe solo indicare con una parola. In tal modo la storia delle Lipari verrebbe a prendere un carattere locale, forse non del tutto scevro d’ interesse. Ma in quanto ciò, lo ripeto, questa non è che una idea suscitata dall’opinione del Marinelli che veniva a far rivivere un antico pensiero riguardo alla quale desidererei prima di tutto il suo savio parere.

In ogni modo sarebbe per me cosa impossibile il pescare poco materiale riguardante il soggetto in quei ricchi archivi e dovrebbe trovarsi persona, delle quali certo in Palermo non mancherebbero, che dedita a investigazioni storiche e munita del necessario sapere, potesse raggranellare dietro corrispondente retribuzione, quel materiale al quale poi potrei io dare forma di un assieme.

Scusi tante parole e mi creda coi sensi di particolarissima stima sempre suo aff.°

a. Luigi Salvatore

IL. Porto Maurizio [114], 12 giugno 1896

Stimatissimo Dr. G. Pitrè.

ritornato da Vienna e Budapest dove assistetti alle grandiose feste fatte in occasione del venticinquesimo anniversario dell’incoronazione del nostro Imperatore come Re d’ Ungheria [115] e all’apertura ed inaugurazione del nuovo palazzo del Parlamento, trovo qui la gentilissima sua dell’ 11 dello scorso mese, dalla quale rilevo come l’idea emessa le sembri opportuna. Benissimo dice che la preparazione del materiale non è facile. La ringrazio di cuore per la sua offerta, ma capirà bene che io non posso abusare del tempo sì prezioso di un uomo della sua fatta e solo vorrei a pregarlo di scegliere una persona capace la quale dietro corrispondente retribuzione da parte mia si accingesse a questo lavoro. Credo pure anche che in Palermo, centro politico e intellettuale di Sicilia vi sarà più da trovare che in Messina, e Milazzo, benché sarebbe conveniente di non trascurare nemmeno quelli archivi che per il vicino rapporto con le Lipari potrebbero pure dar qualche lume. Credo che prima uno dovrebbe cercare di attingere quanto si potesse di documenti che poi quindi percorre le opere esistenti, le quali in gran parte non contengono che indicazioni vaghe o del tutto fallaci. Non sarebbe cosa utile fare una compilazione di notizie di dubbia origine, ma dovrebbe cercarsi di raccogliere quel po’ di vero che si sappia sul soggetto. La nota dei libri a stampa sul soggetto mi riuscirà molto utile e le ne sarò grato se me la rimette, come pure se s’informa in quanto a persona idonea che potesse con pazienza ed assiduità mettersi al lavoro [116]. Tranne alcune cose al vescovado, credo che Lipari stesso poco potrebbe offrire.

Con particolare stima ed affetto a. Luigi Salvatore

Lettere: L. Neudorf, Porto Maurizio.

LX. Palermo, 15 luglio 1896

Stimatissimo Dr. G. Pitrè.

Un grazie sarebbe poco. Accetti invece una stretta di mano affettuosa da parte di uno che lo ammira ed ama sinceramente.

Vidi jersera il vespro e le bare [117] illuminate; stamani sentivo ancora messa all’altare di S.ta Rosalia [118] sfolgorante di lumi in mezzo ad un auditorio pieno di fede [119].

Questi giorni hanno fatto bene all’animo mio e riporto di Palermo l’immagine grata di sempre. Non una stonatura ha avuto luogo in tutti questi giorni fra questa popolazione culta e gentile, della quale sempre mi par di vedere il gajo sorriso e se un momento la pioggia interrompeva l’illuminazione di Villa Giulia possa essere simbolo dell’abbondanza che faccio voti presto ritorni a questo paese beato. Possa la fiaccola della scienza illuminare l’isola bella per eccellenza e restare sempre unita a quella della fede cristiana che la rese grande e potente e prima di tutto felice [120].

Mi rammenti alla sua famiglia in modo specialissimo e mi creda sempre suo aff.°

a. Luigi Salvatore

LXI. Abazia [121], 28 luglio 1896

Stimatissimo Dr. Pitrè.

Suppongo che le sarà pergiunta la lettera che le scrissi lasciando la sua bella Palermo certo a malincuore. Fui per alcune ore a Lipari, una notte a Messina, quindi a Durazzo da dove facendo scalo a Antivari, Spigga, Ragusa, Spalato, Sebenico e Segna arrivai jeri qui. Prego di mandar lettere a Trieste. Mi rammenti alla sua famiglia mi creda sempre suo aff.° e riconoscentissimo

Luigi Salvatore

LXI. Trieste, 9 agosto 1896

Stimatissimo Dr. Giuseppe Pitrè.

Suppongo le sarà pergiunta altra mia che ebbi il piacere di dirigerle. Desiderando avere alcune notizie metereologiche riguardo a Ustica, desidererei sapere se è necessario dirigersi essendo state fatte sul semaforo di detta isola a Palermo od a Roma. Essendovi semafori [122] vicini a Palermo le sarà cosa facile di sapere la cosa.

Mi rammenti alla sua famiglia e mi creda coi sensi di particolare stima ed affetto suo riconoscentissimo A. Luigi Salvatore

LXIII. Prevow (Boemia), 21 agosto 1896

Stimatissimo Dr. G. Pitrè.

Non ho avuto il bene di ricevere sue nuove dopo aver lasciato Palermo. Spero ciò non di meno che starà bene e che ora si sarà risentito dalle fatiche dei giorni del festino di Santa Rosalia. Sono da più [giorni] qui nelle mie terre [123] con lo scopo di regolare tutto per Ustica con lo stampatore di Praga e terminare tutto quel che è relativo alla stampa di Stromboli. Lettere prego [inviarle a] Trieste [124] dove farò quanto prima ritorno.

Mi rammenti alla sua famiglia e accetti i sensi della mia particolarissima stima suo aff.°

a. Luigi Salvatore

LXIV. Trieste, 1 settembre 1896

Stimatissimo Dr. G. Pitrè.

E’ ormai trascorso un mese e mezzo senza che abbia avuto il piacere di ricevere sue nuove. Temo molto che le molte fatiche e cure pel festino le siano state dannose, speriamo di no. Le ho scritto varie lettere che suppongo che saranno pergiunte. Nei giorni scorsi fui a Berlino per visitare quella mostra industriale, nella quale il reparto delle colonie m’interesso particolarmente; a Praga dove tutto stabilii per la stampa di Ustica e lasciai Stromboli - tranne un pajo di lamine – ultimato; poi a Vienna.

Ho ricevuto questi giorni dal ministro della Marina Brin [125] copia dei rilievi originali della carta di Ustica, che con squisita gentilezza mi ha favorito così che vado sempre più completando il materiale necessario. Le tavole si stanno già stampando in autotipia.

Mi voglia gentilmente rammentare alla sua Signora, alle sue figlie e figlio nonché all’ ottimo compare [126] di questo che con tanto affetto per me s’interessò e mi creda coi sensi di più particolarissima stima sempre suo aff.° a. Luigi Salvatore

LV. Siracusa, 10 ottobre 1896

Stimatissimo Dr. G. Pitrè.

Approdato nella sua bella Sicilia le mando un cordiale saluto. Da gran tempo son privo di sue nuove: spero però ciò non di meno che starà bene. Mi rammenti alla sua famiglia e mi creda sempre suo aff.° e gratissimo Luigi Salvatore

  • Soller [127], 8 gennaio 1897

Stimatissimo Dr. Giuseppe Pitrè.

In primo luogo debbo ringraziarla per la gentilissima sua speditami a Siracusa che mi raggiunse sulle sponde tunisine dove, nonché in Algeria, mi sono trattenuto assai a lungo. La lettera che mi spedì a Prevow [128] non è colà giunta: spero che dietro alla sua reclamazione glie la abbino rimandata a Palermo e vengo ora a pregarla di volermela spedire qui (Palma de Mallorca).

Le riproduzioni dei miei schizzi di Ustica sono molto avanzati e il testo già si stampa. Stromboli suppongo le sarà pergiunto, così pure riceverà da Leo Woerl una ristampa condensata della mia descrizione sulle Baleari [129].

Mi rammenti alla sua Signora, alle sue figlie e suo figlio e al suo ottimo compare e sempre memore dell’affettuosa accoglienza fattami a Palermo mi creda suo aff.° a. Luigi Salvatore

(Sono arrivato qui in jeri sera)

LVII. Soller, 24 gennaio 1897

Stimatissimo Dr. G. Pitrè.

La posta odiernami porta le “carte da stampa” che come raccomandate ebbe la bontà di mandarmi a Prevow; sono state in Boemia (ma non nel vero), in Moravia, in Prussia e hanno finito non so in qual modo, forse grazie al troppo cognito incognito di L. Neudorf, a Trieste da dove me le hanno rimesse [130]. Dubitando che dietro la mia ultima lettera si potesse essere esposto a nuove molestie le ho in quest’oggi telegrafato [131]. Ancora la vedo alla stazione di Palermo quando parlavamo di queste carte, fra le quali ho visto con un vero scrupolo di coscienza che si è dato la pena di trascrivere parte di proprio pugno, e mi balena sempre davanti la mente la sua tanta bontà verso di me, l’eccessiva cortesia della sua famiglia, alla quale spero mi vorrà rammentare; alle quali tante attenzioni non ho che una risposta, che è certo ben meschina, ma che allo stesso tempo può avere per [un’] anima gentile come la sua qualche valore che non la ho fatta ad un cuore ingrato. Mi creda sempre suo aff.° Luigi Salvatore

LVIII. Soller, 19 febbraio 1897

Stimatissimo Dr. G.Pitrè.

Ritornato da Mentone dove mi ero recato per passare un paio di giorni con una mia veneratissima Imperatrice [132], mi lusingavo trovar lettera sua, in risposta alla mia e al mio telegramma col quale le annunziavo il ricevimento del plico relativo Ustica spedito a Prevow. Sono dietro a correggere Ustica: le tavole sono già a quasi tutte stampate e ad ultimare un pajo d’altri bozzetti.

Mi rammenti alla sua famiglia e mi creda coi sensi di particolarissima stima e sincero affetto suo aff.° a. Luigi Salvatore

LIX. Soller, 11 marzo 1897

Stimatissimo Dr. G. Pitrè.

Eccomi ormai due mesi qui senza avere avuto il piacere di ricevere sue nuove. Spero ciò non di meno che starà bene e che le sue molteplici occupazioni avranno impedito di scrivermi. Ho già qui corretto le prime prove di stampa della parte speciale di Ustica e mi resta solo la parte generale che e di poca importanza. Desidererei sottomettere alla sua dotta revisione alcuni nomi relativi a quell’isola.

Mi rammenti alla sua famiglia e mi creda sempre suo aff.° Luigi Salvatore

LXX. Soller (Mallorca), 27 marzo 1897

Stimatissimo Dr. Pitrè.

Spero che il suo lungo silenzio sarà causato dalle sue molteplici occupazioni; mi farà però gran favore dandomi sue nuove. Mi rammenti alla sua famiglia e mi creda sempre suo aff.°

A. Luigi Salvatore

LXXI. Soller, 28 marzo 1897

Stimatissimo Dr. G. Pitrè.

Mentre le avevo scritto jeri ricevo a mia somma soddisfazione il prezioso XX volume della sua “Biblioteca delle tradizioni popolari siciliane”, quello relativo a Indovinelli, dubbi, scioglilingua [133]. Me ne rallegro seco lei di cuore e ammiro la sua operosità. Quanti tesori messi grazie alle sue induzioni alla portata di tutti! Con che animo grato non deve guardare Sicilia a quell’uomo che dedicò la sua vita a svelarne i più reconditi palpiti del pensiero del suo popolo e questo sentimento animerà tutti quelli che amano quella bella e cara isola, fra i quali avrà fra i più entusiasti il suo aff.°

Luigi Salvatore

Mille ricordi alla sua famiglia.

LXXII. Soller, 29 marzo 1897

Stimatissimo Dr. G.Pitrè.

Ricevo la carissima lettera sua del 24 e il prezioso manoscritto Usticano. Mille ringraziamenti a tutti per la buona memoria che di me non servono specialmente a lei per la tanta sua bontà. Mi creda sempre suo aff.° e riconoscentissimo A. Luigi Salvatore

LXXIII. Soller, 15 aprile 1897

Stimatissimo Dr. G. Pitrè.

La ringrazio per la lettera sua da Roma, dove vedo come si occupa del suo prediletto Istituto [134]. Certo l’educazione della donna è uno dei più potenti fattori di progresso: le prime idee infuse nei bambini da una madre istruita possono molto e sogliono essere d’ influenza duratura.

Le rimetto sotto fascia un libro ora pubblicato da un mio conoscente M. Costa: è una delle più belle produzioni moderne Baleari. La delicatezza del pensiero si accoppia alla squisitezza della forma e tutto è un nesso [sic] di colore così locale che fa piacere a leggerlo. Ho pensato che forse le interesserebbe.

Mi rammenti a tutti i suoi e mi creda sempre suo aff.° e riconoscentissimo a. Luigi Salvatore

Oggi erano da me 102 gitanti di una crociera organizzata dal “Tour du monde” [135], fra i quali molte persone distintissime. Il 28 aprile saranno a Palermo: lei certo li vedrà, me li risaluti.

LXXIV. Soller, 30 aprile 1897

Stimatissimo Dr. G. Pitrè.

Come sempre gratissima mi fu la lettera sua del 20 corrente. Le illustrazioni di Ustica sono ormai tutte in stampa e il testo sarebbe pure del tutto terminato se non mi mancassero alcune informazioni che sto là domandando da mesi che tuttora mi mancano. Delle ultime lettere me le promettono però quanto prima. Frattanto ho terminato quasi del tutto due altri piccoli lavoretti [sic] che spero potrò offrirle quasi contemporaneamente [136].

Mi rammenti alla sua famiglia e mi creda sempre coi sensi di particolarissima stima il suo aff.° a. Luigi Salvatore

LXXV. Soller, 25 maggio 1897

Stimatissimo Dr. G. Pitrè.

Dal “Giornale di Sicilia” rilevo l’immensa [137] maggioranza dei voti in suo favore nelle elezioni comunali; voglia accettare l’espressione della mia soddisfazione per questa luminosa prova della ben meritata stima che gode fra i suoi concittadini [138]. Fui nei giorni scorsi a Presburgo [139] per l’inaugurazione del monumento equestre Maria Teresa; passai un giorno a Vienna, uno a Grunden da mia madre [140], uno a Parigi, uno a Marsiglia e feci qui ritorno occupato ad ultimare i miei lavoretti.

Mi rammenti alla sua famiglia e mi creda sempre suo aff.° Luigi Salvatore

LXXVI. Soller, 30 maggio 1897

Stimatissimo Dr. G. Pitrè.

Le rimetto sotto fascia raccomandate le prove di stampa disposte delle due fiabe di Ustica [141]; come vedrà sono piene di sbagli che in gran parte avrei potuto correggere, ma ho pensato che per maggior chiarezza glie le rimetterei senza toccarle, pregandola di volerle spedire dopo averle corrette direttamente a H. Mercy, Buchdruckerei (Herrengasse, 16 neu) Prag, raccomandate. Scrivo al pari tempo al Mercy dicendogli che glie ne mandi una revisione, pe quale scopo la prego di ritenere presso di sé il testo originale che per maggior sicurezza qui includo.

Mi rammenti alla sua famiglia e mi creda sempre suo aff.° A. Luigi Salvatore

  • Mallorca,18 giugno 1897

Stimatissimo Dr. G. Pitrè.

Ricevo in quest’oggi la gentilissima sua dell’ 11 corrente e mi duole solo di non aver riviste prima quelle bozze che le rimisi, avendo potuto così non abusare tanto del suo tempo prezioso; la sua immensa bontà e il suo grande amore a tutto quello che spetta a Sicilia mi faranno compatire. Non mancherò di rimetterle una revisione di stampa delle fiabe Usticane.

Mi rammenti alla sua famiglia e mi creda sempre suo aff.° e riconoscentissimo

Luigi Salvatore

LXXVIII. Gibilterra, 27 luglio 1897

Stimatissimo Dr. G. Pitrè.

Occupato nei passati giorni con la piccola ma interessante isoletta di Alborau [142] che presenta abbastanza analogia nella sua formazione con Columbretes venni a Gibilterra. Suppongo che frattanto le avrà rimesso lo stampatore la revisione delle fiabe di Ustica e che sarà già a punto d’esser stampato in netto.

Qui stanno costruendo un porto gigantesco, i cui lavori sperano che tra tre anni saranno terminati. Mi rammenti alla sua Signora, figlie e figlio e mi creda sempre coi sensi di particolarissima stima suo aff.° Luigi Salvatore

Lettere: Mallorca da dove me le fanno seguire.

LXXIX. Valencia, 3 settembre 1897

Stimatissimo Dr. G. Pitrè.

Jeri mi raggiunse quella gentilissima lettera sua del 15 dello scorso mese. Già aveva previsto quel che mi scrive e dato ordine al Mercy le rimetta una terza revisione finale delle fiabe Usticane.

Fui favorito da tempo calmissimo un certo tempo al Capo tres forcas e a Melilla, il qual capo forma la congiunzione fra i due continenti, unitamente al Capo di Gata e la Punta del Subinal con la sola isoletta di Alborau che sorte [143] al di sopra del mare nel mezzo. Mi fermai di nuovo al Capo di Gata ed eccomi a Valencia dove ho passato la mattina con il professor Boscà [144] che specialmente si è occupato dei rettili di Spagna [145], non trascurando perciò altri rami di zoologia ed interessanti studi preistorici di un questi dintorni.

Grazie di tutto cuore per le correzioni. Mi rammenti alla sua famiglia e mi creda sempre suo aff.° e riconoscentissimo a. Luigi Salvatore

Mi rallegro per la buona riuscita del carro [146].

P.S. Chi fa bene al popolo fa bene a tutti e se anche per il momento i suoi studi prediletti ne soffrono non mancheranno di attingerne nuova messe. Mi congratulo con quel popolo che pose fiducia in tal uomo. A.

LXXX. Mallorca, 15 novembre 1897

Stimatissimo Dr. G. Pitrè.

Ricevetti jeri la rivista bibliografica del sedicesimo volume dell’ “Archivio per le tradizioni popolari”, dove si si fa cenno delle mie fiabe di Mallorca in una sua rassegna sulla collezione presentata dall’Alcover [147]. Questi è professore nel seminario di Palma e figlio di un contadino di Manacor ha avuto luogo [148] già dalla sua infanzia di sentire gran numero di fiabe; ha però dato loro - come Ella giustamente osserva - un carattere letterario. Uscito in quaderni il primo tomo, io l’incoraggiai a continuare e lo ha fatto, e alla mia osservazione in proposito mi scrisse che non aveva nessuna tendenza folklorica, ma semplicemente l’intenzione di presentare una lettura piacevole a chi volesse leggerlo [149].

Mi rammenti alla sua famiglia e ringraziandolo mi creda sempre suo aff.° Luigi Salvatore

LXXXI. Mallorca, 22 dicembre 1897

Stimatissimo Dr. G. Pitrè.

Finalmente male o bene ho determinato Ustica [150] e presto la riceverà, le pergiungeranno però prima due altri lavoretti miei: Cannosa e Benzert [151] e questi possono se non scusare, spiegare il ritardo. Già la primavera scorsa doveva essere finita ed è passata l’estate e l’autunno. Voglia accettare per le prossime feste di Natale e pel nuovo anno i miei migliori augurii unitamente a tutti di sua famiglia. Suo figlio avrà già fatto grandi progressi nei suoi studii [152] e sarà la gioja del suo buon padrino [153] che mi saluterà tanto. Mi creda coi sensi di particolarissima stima sempre suo aff.° a. Luigi Salvatore

LXXXII. San Remo, 17 febbraio 1898

Stimatissimo Dr. G. Pitrè [154].

Riceva un saluto da questo lembo d’Italia dove sono venuto qui a trovare la mia Imperatrice che fortunatamente si trova bene e contenta del suo soggiorno [155]. Suppongo le saranno già pergiunti i miei lavoretti su Cannosa e Benzert, al quale terrà dietro quello su Ustica, già ormai terminato di stampare.

Mi rammenti alla sua Signora e ai suoi figli e mi creda sempre suo aff.° Luigi Salvatore

lettere: Mallorca.

LXXXIII. Mallorca, 7 marzo 1898

Stimatissimo Dr. G. Pitrè.

Grazie di cuore per la lettera sua e per la buona accoglienza che ha voluto fare alle mie povere pagine sul Cannosa. Frattanto le saranno pergiunte quelle su Benzert e fra breve spero finalmente poterle rimettere quelle su Ustica, che già da lungo dovevano essere ultimate. Ma!

Gaston Vuillier [156] e la signora [sono qui] da me: abbiano parlato molto di lei e della sua famiglia, alla quale tutta mi rammenti particolarmente e accetti i sensi della mia distinta stima e sincero affetto a. Luigi Salvatore

LXXXIV. Mallorca, 13 aprile 1898

Stimatissimo Dr. G. Pitrè [157].

Le rimetto qual raccomandata sotto fascia due libri del Tranchina [158] e del Calcara [159] appartenenti alla biblioteca di Palermo alla quale la prego di aver la bontà di volerli restituire. Del primo ne ho potuto da Ustica avere una copia, del secondo benché lo avessi incaricato ripetutamente al Clauzen non mi fu possibile. Fra giorni riceverà Ustica che ho ormai terminato di correggere. Spero ne scuserà i molti difetti e il ritardo col quale vede la luce. Tra i libri che ebbe la bontà di darmi a Palermo vi erano pure numeri delle “Effemeridi” a lei appartenenti: non so se ne aveva duplicati o se - come suppongo - formavano parte della sua collezione. Me lo scriva e nel tal caso glie li rimetterò.

Gaston Vuillier col quale spesso parliamo di lei è sempre qui e adesso è venuto pure suo figlio Renato per le vacanze di Pasqua. Quanto sarei contento se un giorno anche lei si decidesse con la sua cara famiglia a fare una gita fin qua [160]. Mi rammenti frattanto a tutti e mi creda sempre suo aff.° e riconoscentissimo A. Luigi Salvatore

LXXXV. Porquerolles, 11 giugno 1898

Stimatissimo Dr. G. Pitrè.

Grazie mille per la gentilissima sua del 19 dello scorso mese e per la buona accoglienza che volle fare alle mie povere pagine su Benzert. Frattanto avrà ricevuto Ustica ed ho pure terminato Alborau che presto spero offrirle.

Fui a Formentera a esplorare alcune grotte che non conoscevo né erano state visitate in dettaglio, poi a Valencia, Tarragona e Barcellona [161] ove visitare l’esposizione agricola, quindi a Port Vendres [162] e Marsiglia, poi la Ciutat [163] per vedere le nuove belle costruzioni navali delle Marageni Maritimes. Qui è una isoletta verde coperta di pini ove volentieri si siede all’ombra respirando la pura brezza del mare; il governo ne ha fatto un sanatorium per le truppe coloniali. In distanza si vede Hyères con le sue ridenti colline.

Mi saluti tutti di sua famiglia e mi creda sempre suo aff.° Luigi Salvatore

LXXXVI. San Rocco presso Trieste, 22 agosto 1898

Stimatissimo Dr. G. Pitrè.

Graditissima mi fu come tutte la sua del 18 luglio dalla quale vedo come lavori al XXI volume della sua preziosa “Biblioteca”: i festini saranno un soggetto bellissimo, peccato che in quello di Santa Rosalia di quest’anno sia scomparso il carro! Fui sul punto di venirla a trovare passando da Messina, ma dovevo far presto ritorno. Parlai con Fleres [164] molti di lei. Non so capire come Ustica non le sia ancora pergiunta. La sua gita colà le farà discernere meglio i molti errori del mio povero scarabocchio. Nei giorni scorsi ero a Grunden e Ischel dall’ Imperatore; jeri terminai di vedere la stampa di un mio lavoretto su Alborau che spero presto poterle offrire.

Mi rammenti alla sua famiglia e accetti i sensi della mia particolarissima stima e sincero affetto A. Luigi Salvatore

Se lo crede degno, può dare l’esemplare di Bizerta alla Biblioteca comunale [165].

LXXXVII. Trieste (Zindis), 3 ottobre 1898

Stimatissimo Dr. G. Pitrè [166].

Ritornato da Vienna dopo giornate ben tristi compiendo l’ultimo dovere verso quella che tanto mi amò e che tanto venerai, trovo qui la sua lettera del 9 spedita Maiorca, dalla quale sento con piacere come il mio povero libercolo su Ustica sia arrivato giusto per la festa di sua figlia, portando un saluto che poco aggiungeva, certo di cuore. Fra pochi giorni le rimetterò la mia descrizione di Alborau. Mi rammenti alla sua famiglia e mi creda coi sensi di particolarissima suo aff.°

A. Luigi Salvatore

LXXXVIII. Trieste (Zindis), 13 ottobre 1898

Stimatissimo Dr. G. Pitrè [167].

Molto ritardata ma non meno cara mi pervenne la sua del 16 dello scorso mese e la ringrazio di cuore per le parole sue e della sua famiglia che mi dimostrano la loro affezione. Ormai è già trascorso più di un mese, ma mi sembra che il trascorrere dei giorni non faccia agli occhi miei che ingigantire la perdita.

Fra pochi giorni le pergiungerà Alborau: l’accetti con la sua solita bontà. Mi rammenti alla sua famiglia e mi creda sempre suo aff.° Luigi Salvatore

LXXXIX. Ramlch (Alessandria), 3 dicembre 1898

Stimatissimo Dr. G. Pitrè [168].

Dopo cupe giornate sono venuto qui su questa spiaggia soleggiata. Da tempo non ho nuove sue e sarei lieto riceverne. Frattanto le sarà forse pergiunto il mio libercolo su Alborau: spero lo vorrà accettare con la sua solita bontà.

Mi rammenti alla sua famiglia e mi creda sempre suo aff.° Luigi Salvatore

P. I. L. Neudorf.

XC. Ramlch (Alessandria), 10 dicembre 1898

Stimatissimo Dr. G. Pitrè.

Ringrazio di cuore per l’affettuosissima lettera sua del 10 dello scorso mese. Lei che tanto pianse sua madre può farsi l’idea del mio dolore [169]. Nata a Palermo, mia madre amò i suoi figli con vero amore di madre siciliana: fra i suoi fogli ho però avuto la consolazione di trovare un suo ringraziamento per l’affetto che essi ne avevan portato. Un pensiero mi rende la sua perdita meno penosa che è quello che il suo anelo, il suo desiderio era il cielo, e che fin dalla mia infanzia non abbia mai fatto una cosa che le avesse potuto recare il più piccolo dispiacere.

Mi rammenti alla sua famiglia e mi creda sempre suo aff.°Luigi Salvatore

XCI. Ramlch (Alessandria), 15 dicembre 1898

Stimatissimo Dr. G. Pitrè [170].

Ricevo in quest’oggi la carissima sua del sette. Frattanto le sarà pergiunta un’altra mia. Quella che conteneva l’articolo su Ustica non mi è ancora pergiunta, ma oggi grazie alla sua gentilezza ne ricevo un’altra copia [171]. Cosa ne debbo dire di tante lodi non meditate che dà al mio povero libro, se non scorgere in esse la di lei bontà ed affezione verso di me! Grazie per aver indicato il brutto errore nel quale sono caduto in quanto a ranciu [172]. Se mentre le rimetterò rivedere le bozze del testo vi fosse stata già unita la traduzione si sarebbe evitato questo vero granchio. Di Cannosa prego di dare l’altro esemplare a sua figlia con i miei più distinti saluti.

Mi rammenti alla sua Signora e a suo figlio, a tutti buone feste natalizie e accetti i sensi della mia particolarissima stima suo aff.° A. Luigi Salvatore

XCII. Ramlech (Alessandria), 29 dicembre 1898

Stimatissimo Dr. G. Pitrè [173].

Ringrazio di cuore per la gentilissima sua del 21 corrente e per la buona accoglienza che ha voluto fare alle mie povere pagine su Alborau. Sto adesso ultimando alcuni cenni su Bougie [174] che lo credo non impropriamente chiamata la perla dell’Africa settentrionale. La dimora prediletta dei sovrani arabi che in certa epoca al tempo istesso reggevan Mallorca la città dell’eleganza araba e nel tempo stesso del grandioso paesaggio che hanno fatto denominare i suoi dintorni la Svizzera algerina.

Accetti i miei augurii sincerissimi unitamente alla sua famiglia per l’anno novello e mi creda sempre suo aff.° Luigi Salvatore

XCIII. Ramlch (Alessandria), 24 marzo 1899

Stimatissimo Dr. G. Pitrè.

Benché da tempo non abbia nuove sue, spero che starà bene e sempre occupato con nuovi lavori. Sono ritornato questi giorni da Anovau dove fui per vedere i giganteschi lavori del nuovo barraga [175], già principiati e che sperasi potranno ultimarsi in un quinquennio. Al pari tempo rividi con piacere i varii tempii a me sì noti [176] dell’alto Egitto e i lavori di sgombro intorno che ivi si sono praticati e si stanno tuttavia eseguendo in quelli di Karnak [177].

Mi rammenti alla sua famiglia; accetti i miei augurii per la prossima Pasqua [178] e mi creda sempre suo aff.° A. Luigi Salvatore

XCIV. Abazia presso Trieste, 16 giugno 1899

Stimatissimo Dr. G. Pitrè.

Partito il 3 maggio da Ramlch seguìi favorito da tempo splendido le coste di Siria e d’ Asia minore fino al Bosforo, toccando Cipro e Rodi, poi quelle di Grecia, fermandovi brevemente a Atene e contornata [179] Morea a Patrasso e Corfù. Fu un sogno dorato fra un doppio azzurro di cielo e di mare, un rivedere di luoghi a me ben noti e cari e solo nell’Adriatico ritrovai i nuvoli e il freddo. Fui a Vienna un giorno dove trovai bene e gajo, malgrado tutte le peripezie incontrate, il mio Imperatore ed eccomi qui, lungo questa riva verdeggiante che va sempre facendo nuovi progressi.

Spero presto poter ultimare alcuni miei lavoretti e poterglieli offrire. Mi rammenti alla sua famiglia e desideroso che mi possa essere presto data l’occasione di rivederla, accetti i sensi della mia particolarissima stima e riverente affetto a. Luigi Salvatore

XCV. Bordighera (Rivera [180]), 15 dicembre 1899

Stimatissimo Dr. G. Pitrè.

Da molto tempo non ho avuto il bene di ricevere nuove sue: spero però che starà bene, sempre indefessamente occupato con i suoi lavori. In Paniere [181] queste righe, colle quali le annunzio l’invio dell’ultimo mio lavoretto su Bougie, portando unitamente alla sua famiglia le migliori felicitazioni per Natale e Capodanno assieme ad un affettuoso saluto da questa sponda italiana.

Spero che non giudicherà troppo severamente le mie povere pagine su Bougie, foglie autunnali che il vento ha raccolte. Adesso sto ultimando, o per dir meglio o quasi terminato, un altro abbozzo su Ramlch [182] che forse le sarà di maggior interesse e che spero presto poterle mandare.

Mi creda coi sensi di particolare stima ed affetto suo aff.° a. Luigi Salvatore

P.I. L. Neudorf, Bordighera (Riviera).

XCVI. Bordighera (Riviera), 28 gennaio 1900

Stimatissimo Dr. G. Pitrè.

Suppongo che le sarà pergiunta la mia in riscontro di quella così gentile che mi scrisse dopo aver ricevuto le mie povere pagine su Bougie. Ho frattanto ultimato un altro lavoretto su Ramlch, la cui stampa avanza alacremente così che spero presto potergliele offrire, ed oggi uno sul Giglio [183], isoletta ben conosciuta, ma che credo potrà avere qualche avvenire come luogo di bagni, le cui illustrazioni sono pure quasi ultimate.

Spesso pensato al suo gentile invito di venire a vederlo a Palermo e può star ben certo che non è il desiderio che manca. Mi rammenti frattanto alla sua famiglia e mi creda coi sensi di particolarissima stima sempre suo aff.° Luigi Salvatore

XCVII. Bordighera (Riviera), 2 aprile 1900

Stimatissimo Dr. G. Pitrè.

Ricevo in quest’oggi la lettera sua del 16 e mi duole sentire che sia stato indisposto. Spero però che frattanto sarà del tutto ristabilito. Ho terminato il mio scarabocchio su Ramlch che riceverà direttamente. Spero che lo accetterà di buon viso e me ne farà notare tutti i difetti che sono molti. La ringrazio pel libro di sua figlia [184] che mi ha spedito a Mallorca e pel suo che mi vuol mandare e che mi può spedir qui [185] sotto fascia. Mi rammenti alla sua famiglia e mi creda coi sensi di particolarissima stima sempre suo aff.° Luigi Salvatore

XCVIII. Bordighera (Riviera), domenica delle palme 1900 [186]

Stimatissimo Dr. G. Pitrè.

Grazie di cuore per la lettera sua del quattro corrente e per il voluminoso tomo XXI della preziosa collezione delle tradizioni popolari siciliane [187]. Lo leggerò con vivo interesse. Frattanto le capiterà il mio povero Ramlch, sabbioso come la sabbia che descrive per il quale proprio devo fare le mie scuse. Valga la sua bontà verso di me.

Sono lietissimo di sapere che stia meglio e spero che presto sarà anche il libro dall’incomodo al colon, tanto più che si avvicina la buona stagione.

Sono già alla quarantottesima pagina di stampa della mia descrizione del Giglio che spero presto poterle pure offrire. Contraccambi alla sua gentile famiglie i più cordiali saluti e desiderando a tutti le prossime feste di Pasqua felicissime, mi creda coi sensi di particolarissima stima ed affetto sempre suo Luigi Salvatore

IC. Bordighera (Riviera), 24 maggio 1900

Stimatissimo Dr. G. Pitrè.

Prima di tutto devo rallegrarmi seco lei per le buone notizie che mi dà della sua preziosa salute, che spero sempre sarà migliore, quindi ringraziarla per la buona accoglienza fatta alle mie povere pagine sono Ramlch. Frattanto ho terminato di stampare un altro lavoretto: L’isola del Giglio, dell’arcipelago elbano che presto le sarà rimesso e che come terra italiana le sarà forse di qualche interesse. Sto adesso lavorando su Alessandetta, della quale ho fatto un panorama del magnifico golfo, acce[n]ttuandone la probabile importanza futura, come sbocco verso il Mediterraneo della ricca Mesopotamia [188].

Mi rammenti alla sua sì amabile famiglia che ben lieto sarei di presto rivedere e mi creda coi sensi di particolarissima stima suo aff.° Luigi Salvatore

C. Gravosa [189] (Ragusa), 24 ottobre 1900

Stimatissimo Dr. G. Pitrè.

Da molto tempo su un privo di sue nuove: spero ciò non di meno che starà bene, sempre occupato coi suoi importanti lavori. Dopo aver passato quasi un mese nelle mie terre di Boemia, nel quale feci stampare e corressi il mio lavoretto su Alessandetta del quale - causa però il lungo tempo che necessitano per l’incisione in legno delle illustrazioni - tarderò tuttora a potergliene rimettere una copia, fui a Trieste ed eccomi di nuovo su queste sponde raccogliendo le foggie di vestiario di questi montanari ed isolani che vanno man mano a perire e che presto non saranno più che un ricordo di tempi che furono. Qui si sta attivamente lavorando alla ferrovia che fra un anno congiungerà la vecchia Ragusa con l’interno. Si è pure, fra un paio di mesi, compiuta una strada di circonvallazione tagliata profondamente nella roccia per mettere in comunicazione i due sobborghi di Pilone e di Pille che vanno vie più estendendosi senza toccare niente all’antica città di San Biagio [190] che come un cassetto di giojelli si slarga in mare circondata da torri e da mura [191]. Lo spazioso Hotel Imperial [ha] la speranza di riunire un certo pubblico che venga a svernare su queste sponde, dove la palma e l’arancio crescono rigogliosi, ma dove certo il cielo non sorride come in Sicilia.

Mi rammenti alla sua famiglia e mi creda sempre suo aff.° Luigi Salvatore

lettere: Trieste, posta restante.

CI. Zante [192], 9 gennaio 1901

Stimatissimo Dr. G. Pitrè.

Le mando queste righe da Zante coi migliori augurii per Natale che come sa si festeggia nelle Ionie grazie ad un privilegio papale dato alla Serenissima coi greci in quest’oggi e per l’anno novello che le desidero unitamente alla sua famiglia felicissimo. Suppongo che sarà attivamente occupata alla continuazione dei suoi studii, aggiungendo presto un nuovo volume alla sua preziosa raccolta.

La casa natale di Ugo Foscolo è qui ridotta a piccola biblioteca comunale e nella parrocchia di San Marco è tuttora l’italiano la lingua della Chiesa sul pulpito [193].

Mi rammenti alla sua famiglia e mi creda coi sensi di particolare stima suo aff.°

Luigi Salvatore

CII. Zante, 21 febbraio 1901

Stimatissimo Dr G. Pitrè.

Mentre suppongo che le sarà pergiunta una lettera mia che da qua le scrissi, ricevo la gentilissima sua del 30 dicembre coi suoi auguri per l’anno novello che le ritorno, come pure a tutta la sua famiglia sincerissimi. Ho ricevuto partecipazione della mia nomina a socio onorario della Società siciliana di storia patria [194] e ho già diretti a Palermo i miei ringraziamenti per questa immeritata distinzione. Vedo come sia lei la causa di tutto ciò è la ringrazio per il buon volere e per l’affezione che mi dimostra, dolente solo che non abbia i meriti che la sua benevolenza vuol supporre. Ho terminato di rivedere la stampa del mio lavoretto su Alessandretta [195] e ne sono pure ultimate le illustrazioni e le carte, mancando solo di terminare d’ incidere il panorama del golfo che ne è la parte principale.

Mi rammenti alla sua famiglia e coi sensi di particolare stima mi creda suo aff.°

Luigi Salvatore

CIII. Zante, 9 maggio 1901

Stimatissimo Dr. G. Pitrè.

graditissima mi fu la lettera sua dello scorso mese [del giorno] 4, che solo adesso mi pergiunge e la ringrazio per il benevolo giudizio che fa sulle mie povere pagine del Giglio; non so spiegarmi come tanta tardanza possa aver avuto luogo da parte dello stampatore, il suo nome era fra i primi ai quali doveva spedire un esemplare. Certo si deve essere accorto dello sbaglio nel fare il resumen delle spedizioni.

Frattanto le sarà pergiunta un’altra mia con la quale la ringraziava per avermi proposto qual socio onorario della R. Accademia di scienze lettere ed arti [196], distinzione immeritata che non debbono che alla sua indulgenza e bontà verso di me.

Interessantissimo sarà il suo libro su Palermo cento anni fa [197]. Mi rammenti alla sua famiglia e rinnovandoli gli auguri che, benché tardivi, giunghino come non meno sinceri, mi creda sempre suo aff.° Luigi Salvatore

CIV. Zante, 6 dicembre 1901

Stimatissimo Dr. G. Pitrè.

Riceverà questi giorni il mio lavoretto su Alessandretta che spero accetterà di buon viso. Ho cercato di fare qualche cosa di nuovo, non so se meriterà la sua approvazione. Come vede sono di nuovo a Zante; come si suol dire ribattendo lo stesso chiodo, e spero presto ultimare la stampa della mia descrizione di quest’isola le di cui illustrazioni sono già quasi tutte stampate.

Da molto tempo non ho avuto il piacere di ricever sue nuove: spero però che starà bene. Mi rammenti alla sua famiglia, accetti i miei migliori augurii per le prossime feste e mi creda sempre suo aff.° Luigi Salvatore

CV. Zante, 21 gennaio 1902

Stimatissimo Dr. G. Pitrè.

Graditissima come tutte le lettere sue mi fu l’ultima che ebbe la bontà di dirigermi. Sono - come vede - sempre qui, occupato di ultimare la stampa della mia descrizione di quest’isola, alla quale desidererei presto dar fine, ma molte notizie tardano ad aversi più che uno non pensa.

Probabilmente si recherà a Palermo per qualche tempo un mio buon conoscente il ministro Dr. Carlo Scherzer [198] che dopo una lunga vita operosa dedita alla scienza vuole un poco riposarsi, probabilmente lo verrà a vedere. Mi rammenti alla sua famiglia e mi creda coi sensi di particolarissima stima sempre suo aff.° Luigi Salvatore

CVI. Zante, 11 febbraio 1902

Stimatissimo Dr. G. Pitrè.

Ricevo il n° 34 dell’ Ora [199] e rilevo da essa quanto sia stata interessante la sua conferenza sulla moda in Palermo nel 1700. Attendo il libro che mi ha già annunziato su questo interessante soggetto. Suppongo che avrà già avuto occasione di conoscere Carlo Scherzer. Mi rammenti alla sua famiglia mi creda coi sensi di particolare stima sempre suo aff.° Luigi Salvatore

CVII. Zante, 27 febbraio 1902

Stimatissimo Dr. G. Pitrè.

Graditissima come tutte mi fu l’ultima lettera sua e l’ interessantissimo suo lavoro sui modi proverbiali e motti storici di Palermo [200].

Scherzer è a Villa Igiea a Palermo [201], ma non ne ho ancora ricevute lettere. Forse la temperatura cruda che da quando so ha regnato in Italia, non le è stata favorevole. Ho davanti a me fasce di bozze di stampa di Zante e spero presto poter ultimare questo mio lavoretto.

Prego di ritornare cordialissimi i saluti alla sua famiglia e credermi sempre suo aff.°

Luigi Salvatore

CVIII. Zante, 9 marzo 1902

Stimatissimo Dr. G. Pitrè.

Di nuovo un elegantissimo volumetto [202] che con vivo interesse ho percorso. Molto, molto ho guardato il suo ritratto dove mi par che sorrida e per un momento ebbi l’illusione leggendo il suo scritto e guardando la sua immagine di averla vicino, cosa che tanto desidererei presto si avverasse. Sono occupato con la stampa di Zante che spero fra non molto potere ultimare.

Mi rammenti alla sua famiglia e con i più sinceri ringraziamenti per il bel regalo fattomi col nuovo frutto della sua prodigiosa attività mi creda sempre suo aff.° Luigi Salvatore

CIX. Zante, 20 dicembre 1902

Stimatissimo Dr. G. Pitrè.

Da gran lunga non ho sue nuove: spero però che starà bene e così la sua famiglia. A tutti i miei più sinceri voti per Natale e anno nuovo. Dopo aver lavorato mesi a Ithaca percorrendola in tutti i sensi per mare e per terra sono di nuovo in Zante correggendo prove di stampa e spero presto finire che già sarebbe ora. Ma più uno studia un soggetto, più vede di mal conoscerlo.

Coi sensi di particolarissima stima ed affetto mi creda sempre suo aff.° Luigi Salvatore

CX. Ithaka, 1º marzo 1903

Stimatissimo Dr. G. Pitrè.

Ancora le debbo i miei più vivi ringraziamenti per una gentilissima lettera sua ed ecco che oggi mi pergiunge il suo nuovo lavoro sui giornali: La pubblicità in Palermo che leggerò con vivo interesse. Quanto sviluppo hanno pure [203] i giornali dalla fine del secolo diciottesimo ad oggi! Ma anche quanta traviata strada calcano molti di loro. Le sozzure del mondo si portano [204] in gaudio alla cognizione dei lettori, mentre si tacciono le nobili [205] azioni. Il delitto si studia, si analizza in ogni più piccolo … [206] certo non per edificazione di molti [207] e quanto tempo non viene perso leggendo notizie che domani si smentiscono. Le balorde [208] invenzioni di quelli che solo … [209] di render nere di scritto [210] le colonne del foglio [211] Fortunatamente non tutti i giornali odierni sono così. … [212] una potente reazione al bene si farà viva [213]

Mi rammenti alla sua Signora e alle sue figlie; possa … [214] e con questo voto sincero che parte da un cuore che l’ ama e rispetta mi creda sempre suo Luigi Salvatore

CXI. Ithaka, 12 dicembre 1903

Stimatissimo Pitrè.

Graditissima mi è stata la lettera sua del 22 ottobre diretta a Mallorca che mi ha raggiunto qui dove sono venuto da due giorni per terminare il secondo volume d’Ithaka: Wintertage aus Ithaka [215] che contiene la parte descrittiva ormai già alle stampe e numerosi dati statistici che ho quasi completamente potuto riunire. La ringrazio poi per la buona accoglienza che ha voluto fare al primo tomo. Quest’estate fui quasi sempre a Trieste, eccettuate due gite a Vienna ed una a Aussig per visitare l’esposizione tedesca nella quale mi trattenni anche un pajo di giorni nelle mie terre di Boemia, e potei così ultimare un tomo di Zante che quanto prima riceverà. Presto potrò dar termine all’altro, così saranno tanto Zante che Ithaka ultimati.

Sento con immenso piacere come stia bene e come lavori alla stampa del XXII volume della sua “Biblioteca delle tradizioni popolari”, del primo [tomo] del suo Palermo cento anni e più fa [216] e mi rallegro seco a lei per la sua attività per completare col prezioso monumento che ha eretto a Sicilia.

Contraccambio miei più cordiali saluti alla sua famiglia e mi creda coi sensi di particolare stima e riverente affetto sempre suo riconoscentissimo Luigi Salvatore

CXII. Ithaka, 1 gennaio 1904

Stimatissimo Dr. G. Pitrè.

Per il primo dell’anno mi pergiunge un interessantissimo suo lavoro nuovamente arricchito, qual saluto, qual augurio: grazie di cuore. Le contraccambio i migliori voti per lei e la sua famiglia. Possa per molti anni continuare la sua proficua operosità! Mi creda coi sensi di particolarissima stima sempre suo aff.° Luigi Salvatore

CXIII. S. Stefano Ramlch, Alessandria, 15 marzo 1904

Stimatissimo Pitrè.

Da tempo non ho avuto il piacere di ricevere sue nuove: spero però che starà bene, sempre dedito alle sue pubblicazioni che mi annunziava. Ho messo fine alla stampa di uno e in gran parte dell’altro e del manoscritto del tutto dei due volumi di Zante, che spero presto poterle offrire. Adesso mi resta il secondo d’ Ithaka, pel quale però ho già in mano tutti i materiali necessari.

Mi rammenti alla sua famiglia e se ha tempo mi scriva che sempre mi fa un regalo. Suo aff.°

Luigi Salvatore

CXIV. S. Stefano Ramlch, Alessandria, 28 marzo 1904

Stimatissimo Dr. G. Pitrè.

Graditissimo mi fu ieri il primo volume del suo Palermo che sfogliai con impazienza, desideroso di leggerlo tutto e che formerà le mie delizie; da quel che ho potuto vedere è una vera ricchezza di dati preziosi, saggiamente scelti e classificati e - quel che è più - vivificati dalla sua brillante penna. Ed ecco che con la sua operosità prodigiosa mi annunzia il prossimo invio del XXII volume della sua “Biblioteca delle tradizioni popolari” [217] e presto quello del secondo volume del Palermo. Non so davvero come ringraziarla, se non venerandola ed amandola sempre maggiormente.

Voglia accettare le mie più sinceri felicitazioni pel prossimo matrimonio di sua figlia [218] e agli sposi trasmetterle: possa Dio benedirli e proteggerli. San Paulo non è malsano e vi arrivano nella stagione che principia ad esser fresca. Che si guardino dalle mattine e dalle sere: mai si esce troppo tardi e si ritorna troppo presto.

Mi rammenti particolarmente alla sua Signora: gli dica che mia zia la povera Imperatrice Teresa [219] andava nel Brasile da sola e vi stava sempre bene fino all’infausto ritorno ultimo in Europa che le costò la vita e che sua figlia ci va per poco tempo e col vapore. Mi saluti suo figlio e la sua figlia minore. Mi creda sempre suo aff.° Luigi Salvatore

cxv. S. Stefano Ramlch, Alessandria, 4 maggio 1904

Stimatissimo Dr. G. Pitrè.

Graditissimo mi fu l’invio del XXII volume della “Biblioteca delle tradizioni popolari siciliane”; però nella sua lettera a sua figlia Maria vi scorsi una lacrima [220]. Possa questa presto cangiarsi in un sorriso di gioja paterna al felice ritorno della sua figlia diletta, allora la raccolta sulla rondinella che ritorna [221] troverà un doppio eco di gaudio nell’animo del genitore e della prole.

Mi rammenti alla sua Signora, a suo figlio e figlia [222], senza quando le scriva dimenticare un saluto a Maria e mi creda sempre con tutta la sincerità dell’animo suo affezionatissimo

Lodovico Salvatore

CXVI. S. Stefano Ramlch, Alessandria, 22 dicembre 1904

Stimatissimo Dr. G. Pitrè.

Eccoci a Natale e al volger dell’anno accetti i miei augurii più sinceri così per tutta la sua famiglia alla quale mi voglia rammentare. Questi giorni avrà ricevuto o riceverà il secondo volume su Zante col quale questo lavoretto è ultimato. Spero che malgrado la sua pochezza lo accetterà di buon viso. Adesso sto ultimando di correggere le bozze d’ Ithaka che avanti fin d’anno sarà già del tutto stampato.

Accetti i sensi della mia particolarissima stima e mi creda sempre suo aff.° Luigi Salvatore

CXVII. S. Stefano Ramlch, Alessandria, 10 gennaio 1905

Stimatissimo Dr. G. Pitrè.

Graditissima mi fu la lettera sua del 31 dello scorso mese, unitamente al prezioso nuovo volume: La vita in Palermo cento e più anni fa 236, e le farò i miei più sinceri ringraziamenti e il pari tempo rallegramenti per questo nuovo frutto dei suoi indefessi studi sulla sua cara patria. La ringrazio pure per i suoi augurii che le ritorno, unitamente a tutti i suoi, sincerissimi. Mi duole del nuovo lutto che è venuto a rattristarla. La prego di esprimere alla sua Signora le mie vive parti. Spero che malgrado l’estate sua figlia passerà bene ancora questa stagione in San Paolo. Quando le scriva me la saluti tanto.

Questi giorni ho mandato allo stampatore le ultime bozze corrette d’ Ithaka, cioè a dire del secondo volume su quest’isola [223], così non mi resta più che l’ultima revisione e spero presto poterle offrire anche questo lavoretto.

Accetti frattanto i sensi della mia particolarissima stima e riverente affetto a. Luigi Salvatore

Il brano di giornale [224] mi rammenta i tristissimi fatti d’ Innsbruck. Peccato che membri dello stesso stato appartenenti alle due più alte culture di esso che dovrebbero mutualmente appoggiarsi, abbiano dato prova di sì poca civiltà.

CXVIII. S. Stefano Ramlch, Alessandria, 14 marzo 1905

Stimatissimo Dr. G. Pitrè.

Prima di tutto accetti le mie più sincere felicitazioni per la nascita di una sua nipotina, figlia della sua cara Maria [225]. Quando le scriva le faccia i miei saluti e rallegramenti.

La ringrazio di cuore per la buona accoglienza che ha voluto fare il secondo volume su Zante. Oggi ho terminato anche l’altro volume su Ithaka restandomi solo a dare un’ultima scorsa alle ultime bozze, così che spero presto poterglielo far rimettere; forse troverà anche nel secondo capitolo qualche notizia relativa alle usanze locali che le potrà interessare.

Mi rammenti alla sua Signora e ai suoi figli e mi creda coi sensi di particolarissima stima e riverente affetto sempre suo A. Ludovico Salvatore

CXIX. San Rocco presso Trieste, 6 luglio 1905

Stimatissimo Dr. G. Pitrè.

Gratissimo le sono per aver pensato a me mandandomi una delle venti copie dei suoi Proverbi inediti sull’amore pubblicati in occasione delle nozze Barret – Cannizzaro [226]. Vi è sempre tanta saggezza nei proverbi popolari che uno è lieto di saperne uno di più. Ne troverà o avrà trovato una serie nel volume su Ithaka che il rilegatore F. Bakala suppongo le avrà già rimesso da Vienna. Vi lasciai anche i volgarismi per far vedere come anche questi si siano generalizzati nella piccola Ithaka. Sto adesso facendo un lavoretto sul taglio dell’istmo di Stagno (Sabbioncello) per mettere in comunicazione il canale della Karenta con quello di Calamata [227], progetto che sembra verrà adesso appoggiato.

Fui nei giorni scorsi a Liegi per vedere quell’esposizione nella quale non potei altro che felicitare il re Leopoldo II [228] per i grandi progressi che il Belgio ha fatto in questi ultimi anni. Feci pure una gita a Ostenda per vedere il nuovo bacino e il del nuovo ponte, riuscitissimi [229].

Mi rammenti alla sua famiglia e accetti i sensi della mia particolare stima e sincero affetto

A. Luigi Salvatore

CXX. San Rocco presso Trieste, 19 agosto 1905

Stimatissimo Dr. Giuseppe Pitrè.

Vi sono delle pagine sulle quali la persona che ne scrisse non è giudice [230] e deve per conseguenza prima che mi dia ad altri rimettersi al giudizio di persone che abbiano mente e cuore e che possino [sic] dirle con franchezza ciò che ne pensino. Tale è il libretto che le mando sotto fascia [231]. Le sarò gratissimo se me ne dice senza nessuna riserva cosa ne pensi e se le pare che possa corrispondere allo scopo per il quale fu scritto e che viene indicato nelle ultime parole. Mi creda sempre suo aff.°

Ludovico Salvatore

CXXI. San Rocco presso Trieste, 23 ottobre 1905

Stimatissimo ed amatissimo Dr. G. Pitrè.

Grazie per la lettera sua per quanto mi dice sul libricciuolo che le mandai. Grazie pure pel bellissimo lavoro sul Viaggio di Goethe a Palermo [232]. Quanta delicatezza di sentire nelle poche parole della dedica a sua figlia [233] che sono lieto sapere farà presto ritorno nel Mediterraneo.

Son certo che la traduzione tedesca del suo lavoro sarà apprezzatissima [234]. Peccato che a forza di scrutare si dileguino degli ideali che prima uno teneva per sicuri [235], così che Mignons Lied fosse una reminiscenza e che la casa dove Goethe abitò fosse quella che porta la lapide [236].

Ho già ricevuto tutte le bozze di Stagno e spero presto poterle offrire quest’ultimo mio lavoretto. Accetti frattanto i sensi della mia particolarissima stima e voglia trasmettere alla sua famiglia i miei più cordiali saluti. Sempre suo aff.° A. Luigi Salvatore

CXXII. Corfù, 18 dicembre 1905

Stimatissimo Dr. Giuseppe Pitrè.

Da Corfù un saluto e mille augurii a lei e a tutta la sua famiglia per le prossime feste natalizie. Riceverà fra giorni il mio ultimo lavoretto sul taglio dell’istmo di Stagno che spero vorrà, malgrado la sua pochezza, accettare di buon viso, unitamente ai sensi della mia particolarissima stima e sincero affetto A. Luigi Salvatore

CXXIII. Corfù, 8 gennaio 1906

Stimatissimo Dr. G. Pitrè.

La lettera sua del 31 dello scorso mese riempì di gaudio l’animo mio. Lietissimo fui di sapere che la sua diletta Maria abbia passato con lei le feste natalizie [237]: me la saluti tanto, così tutti di casa sua e il Cavaliere D’Alia al quale spero stringer la mano a Barcellona [238]. Accetti i sensi della mia particolarissima stima e sincero affettoA. Ludovico Salvatore

CXXIV. San Rocco presso Trieste, 22 luglio 1906

Stimatissimo Dr. G. Pitrè.

Da gran lunga non ho il bene di avere sue nuove: spero che però starà bene e se ha un momento di tempo mi farà favore di farmelo sapere. Fui nei giorni scorsi a Milano per vedere quella mostra: chissà che anche lei non vi faccia una gita e da Milano a Trieste la distanza è corta. Quanto mi rallegrerei di rivederla! Adesso sto ordinando i numerosi materiali che ho potuto riunire su Parga (Albania meridionale) del qual soggetto già dall’autunno mi occupo [239].

Mi rammenti alla sua famiglia e accetti i sensi della mia particolare stima ed affetto

A. Ludovico Salvatore

CXXV. San Rocco presso Trieste, 11 settembre 1906

Stimatissimo Dr Giuseppe Pitrè.

Oltremodo gradita mi fu la lettera sua e mi affretto di porgerle i miei rallegramenti per il prossimo matrimonio della sua figlia Rosalia [240]. Andando a stare a Messina l’avrà più vicina della prima. Possa esser felice: questo è il voto sincero che le faccio [241]. Sento con piacere come sta indefessamente occupandosi di nuove indagini per sempre maggiormente schiarire il passato della sua diletta Sicilia.

Vado avanti col mio studio su Parga e le numerose illustrazioni sono già tutte in lavoro, cosi che spero fra non molto tempo poterle offrire questo mio nuovo scarabocchio. Mi rammenti alla sua famiglia e mi creda con i sensi di particolare stima sempre suo aff.° Ludovico Salvatore

CXXVI. San Rocco presso Trieste, 27 ottobre 1906

Stimatissimo Dr. G. Pitrè.

Di bel nuovo un lavoro suo [242], frutto dei suoi costanti studi sulla sua cara Sicilia; le faccio i miei rallegramenti uniti ai miei ringraziamenti sincerissimi. Lo leggerò con piacere. Ho mandato già alla stampa la parte descrittiva del mio lavoretto su Parga e sto adesso ultimandone la parte storica. Le illustrazioni del testo sono già pronte, egualmente i piani, così spero fra non molto poterle offrire queste poche pagine.

Mi rammenti alla sua famiglia e accetti i sensi della mia particolarissima stima e riverente affetto A. Ludovico Salvatore

CXXVII. Corfù, 19 dicembre 1906

Stimatissimo Dr. G. Pitrè.

Le auguro le feste natalizie e l’anno nuovo felicissimi, unitamente a tutta la sua famiglia. Presto spero offrirle il mio lavoretto su Parga: la parte descrittiva è già tutta stampata, le illustrazioni quasi tutte terminate. Accetti frattanto i sensi della mia particolare stima. Suo aff.° A. Ludovico Salvatore

CXXVIII. Corfù, 31 marzo, Pasqua 1907

Stimatissimo Pitrè.

Oggi Pasqua le faccio i migliori augurii. Spero prima di tutto che suo figlio si sarà del tutto ristabilito. Come vede sono tuttora qui, sempre occupato con Parga che spero presto ultimare e poterle offrire. Accetti frattanto i sensi della mia particolare stima e sincero affetto

A. Ludovico Salvatore

CXXXIX. S. Stefano Ramlch, Alessandria, 15 dicembre 1907

Stimatissimo Dr. G. Pitrè.

Da lungo tempo non ho avuto il piacere di avere sue nuove: mi sia permesso di augurarle felicissime le prossime feste natalizie unitamente alla sua famiglia.

Suppongo che avrà ricevuto la mia descrizione di Parga; sto adesso rivedendo le bozze di uno schizzo storico di quei dell’interessante paese [243], quasi tutto stampato e che spero pure poterle presto offrire. Se ha tempo mi scriva qui a S. Stefano e mi creda sempre suo aff.°

Ludovico Salvatore

CXXX. S. Stefano Ramlch, Alessandria, 17 febbraio 1908

Stimatissimo Dr. G. Pitrè.

Oltremodo gradita mi fu l’affettuosa lettera sua del primo di questo mese. Quanto è detto in quelle poche parole!

Ferdinando [244] mi fu sempre fratello affettuoso e se poco avevamo vissuto assieme stavamo in attiva corrispondenza da quasi mezzo secolo, anche negli ultimi mesi, la vista quasi persa, mi scriveva lunghe lettere fra due false righe che faceva scorrere sulla carta. I molti dispiaceri affransero la sua salute robustissima. Possa Dio ricompensarlo in cielo di quello che con tanta rassegnazione soffrì in questa terra.

Mi rammenti alla sua famiglia e accetti i sensi della mia particolare stima ed affetto

A. Luigi Salvatore

CXXXI. Mallorca, 4 novembre 1908

Stimatissimo Dr. G. Pitrè.

La lettera sua dell’ 11 dello scorso mese dopo esser stata a Ramlch e a Trieste mi ha raggiunto qui. Forse avrà ricevuto i due volumi su Parga, al pari tempo sarà stato un vantaggio l’uno completando l’altro ed avendole così fatto l’effetto di meno manca ed imperfetta la mia descrizione. Fra giorni riceverà da Mercy & Sohn un nuovo lavoretto mio [245]: è poca cosa e solo contro sulla sua indulgenza per fargli buon viso. Come vede ho fatto qui ritorno. I molti lavori eseguiti dietro mie indicazioni e disegni durante la mia assenza sono ben riusciti. Nuovi acquisti di terreno hanno ingrandito il mio luogo [246], ma molte delle buone e care persone la cui voce ripetevano le valli di questi monti tacciano per sempre su questa terra [247]! Così è la vita... Molti forestieri vengono adesso a Mallorca [248]. Ieri ci era qui da me il governatore generale d’Algeria [249].

La ringrazio per i saluti della sua famiglia, contraccambiandoli cordialissimi. Accetti i sensi della mia particolare stima e riverente affetto A. Luigi Salvatore

CXXXII. Mallorca, 18 novembre 1908

Stimatissimo e carissimo Pitrè.

Ricevo la sua del 10 corrente e al pari tempo il suo discorso sul P. Luigi di Maggio [250] che leggerò con piacere. Intanto mi affretto di ringraziarla. Certo avrei avuto gran piacere di rivedere sua figlia, forse essa farà una gita qua, dove sarei lietissimo di riceverla. Adesso vi sono vapori quasi giornalieri da Barcellona: stanno ormeggiati accanto alla gran scalinata presso il monumento di Colombo, dipinti in bianco, specchiandosi nel mare blu, quasi per tentare quelli che passeggiano per la Rambla a prolungare la loro passeggiata fino alle isole catalane.

Alla sua Signora e a suo figlio i miei più cordiali saluti. Come riverente affetto

Luigi Salvatore

CXXXIII. Mallorca, 20 dicembre 1908

Stimatissimo Pitrè.

Natale e l’anno nuovo si avvicinano: le auguro anche a lei e a tutta la sua famiglia felicissimi. Suppongo che le sarà pergiunto il mio libercolo su Levkas [251] e son desideroso della sua opinione. Mi creda sempre il suo aff.° Lodovico Salvatore

CXXXIV. Mallorca, 3 gennaio 1909

Stimatissimo Pitrè.

Ricevo la sua carissima del 27 dicembre. Mi lusingo che forse sua figlia sarà stata per le feste a Palermo da lei e che sarà così stata salva dalla catastrofe di Messina. Mi dia presto sue nuove e con i più vivi ringraziamenti per i suoi auguri, che le contraccambio sincerissimi, mi creda sempre il suo aff.° Luigi Salvatore

CXXXV. Mallorca, 12 gennaio 1909

Stimatissimo e amatissimo Dr. G. Pitrè.

Il “Giornale di Sicilia” del 1.e 2 gennaio ha messo fine alle mie speranze: rilevo da quello all’immensa sciagura che lo ha colpito [252]. Sia certo del dolore mio: questo è tutto quello che le posso dire. Ogni parola di conforto umano è vana in simili circostanze. La fede e il tempo possono solo lenire il dolore. Mi faccia dare sue nuove e si conservi pel bene dei suoi due altri figli e di tutti quanti lo venerano come il suo aff.° Luigi Salvatore

CXXXVI. Maiorca, 12 marzo 1909

Stimatissimo e carissimo Dr. G. Pitrè.

La lettera sua del tre corrente mi ha profondamente commosso. La pietà della sua figlia, la sua angelica bontà fanno ritenere per sicuro la sua attuale felicità. Possa questo pensiero servire alli addoloratissimi genitori di conforto nello strazio. La vita breve, ma eterna la gloria futura e che dolce il rivederci felici! Sarà stata una gran consolazione di avere presso di sé l’altra figlia. Me la saluti tanto e così il figlio e la sua Signora e conti sempre con l’affetto sincerissimo del tutto suo

A. Ludovico Salvatore

Sotto fascia le mando un libercolo qui stampato [253] che forse le servirà per un momento di svago.

CXXXVII. Mallorca, 9 aprile 1909

Stimatissimo e carissimo Dr. G. Pitrè.

La ringrazio di cuore per la lettera sua e mi fo pieno carico dello strazio dell’animo suo. Mi consola però il pensiero della fede viva del rivederci lenisca il suo dolore. Certo è il più gran conforto che uno possa avere. Mi rammenti alla sua Signora e a suo figlio Salvatore e, quando le scriva, a sua figlia alla vicina Barcellona e mi creda con particolare stima ed affetto sempre tutto suo

A. Ludovico Salvatore.

CXXXVIII. San Rocco presso Trieste, 7 luglio 1909

Stimatissimo e carissimo G. Pitrè.

La lettera sua del 25 giugno mi porta di nuovo così benevolo giudizio sulle mie poche pagine che non posso riconoscervi altro che la sua immensa bontà verso di me. Sono lieto di sentire che trova nel lavoro distrazione, così ne profitta il mondo. Comprendo come il suo cuore sia sempre trafitto da sì dura prova. Vi sono delle perdite che non sono una ferita, ma una vera amputazione di una parte del proprio sé. La fede del ritrovarsi un giorno è l’unico conforto. Mi rammenti alla sua Signora e a suo figlio, e quando le scriva anche a sua figlia.

Fui a Vienna negli scorsi giorni e trovai l’Imperatore benissimo di salute. Mi creda coi sensi di particolare stima e riverente affetto suo A. Luigi Salvatore

CXXXIX. San Rocco presso Trieste, 3 agosto 1909

Stimatissimo e carissimo Pitrè.

Spero che avrà buone nuove di sua figlia da Barcellona, dove i deplorevoli successi faranno rammentare le stragi di Messina [254]. Se ha tempo me ne scriva. Mi rammenti alla sua Signora e a suo figlio e mi creda sempre suo aff.° Luigi Salvatore

CXL. Malfi presso Ragusa, Natale, 25 dicembre 1909

Stimatissimo prof. G. Pitrè.

Le auguro felicissime queste feste e l’anno novello; spero starà bene. Ho terminato di stampare il mio lavoretto [255], mi resta solo a rivederlo e così spero presto poterglielo offrire. Accetti frattanto i sensi della mia particolare stima e riverente affetto A. Luigi Salvatore

CXLI. Malfi presso Ragusa (Gravosa), 10 gennaio 1910

Stimatissimo Dr. G. Pitrè.

un nuovo prezioso lavoro viene a raggiungermi come un caro saluto per l’anno nuovo, frutto della sua costante operosità. Commovente è la dedica a suo figlio [256]. Spero poterle come meschino contraccambio mandarle il mio lavoretto sulle rocche di Mallorca [257], ormai già del tutto stampato, restandomi solo a rivederne le bozze e introdurvi piccole aggiunte.

Accetti frattanto coi miei sentiti augurii i sensi della mia particolarissima stima e riverente affetto a. Luigi Salvatore

CXLII. San Rocco presso Trieste, 22 luglio 1910

Stimatissimo Pitrè.

La ringrazio di tutto cuore per la sua del 17 corrente, pel XXIII volume della sua “Biblioteca” [258] che però non ho ancora visto essendo a Mallorca. Le lezioni all’Università [259] su soggetti che le sono noti e cari le saranno di piacevole distrazione o altrimenti di utilissimo insegnamento.

Mi rallegro che abbia dato principio al Museo Etnografico di Sicilia [260] che riuscirà certo importantissimo. Abbiamo qui a Capo d’Istria una mostra provinciale nella quale figurano molti oggetti etnografici e una bellissima serie di cose d’arte retrospettiva, fra le quali primeggiano gli artistici arredi sacri [261].

Quando scriva a sua figlia Maria i miei saluti e cordialissimi li faccia di voce alla sua Signora e a suo figlio e mi creda sempre suo aff.° Ludovico Salvatore

CXLIII. Mallorca, 1 novembre 1910

Stimatissimo e carissimo Dr. G. Pitrè.

Arrivando l’altro giorno qui trovai la lettera sua del 23 dello scorso mese che mi fu graditissima. Quanta bontà sua nel giudicare tanta pochezza del mio ultimo lavoretto! Ho trovato qui varii lavori che avevo fatto eseguire ultimati e tutto è ancora fresco e verde, come lo sarà suppongo tuttavia a Palermo.

Comprendo il suo inconsolabile dolore, possa solo l’amore del figlio vicino a della figlia non molto lontana in parte lenirlo unitamente all’affetto di tutti quelli che lo ammirano fra i quali conti fra i più sinceri il suo aff.° Lodovico Salvatore

CXLIV. Mallorca, 4 gennaio 1911

Stimatissimo e carissimo Pitrè.

Graditissimi furono i suoi auguri e glie li ritorno sincerissimi. Possino il rimpianto dei suoi amici lenire in parte il suo dolore. Aspetto la “paginetta” [262] che mi indica. Fra breve spero farle rimettere un piccolo lavoretto mio che ho giusto ultimato [263]. Accetti frattanto, pregandola di salutarmi la sua famiglia, i sensi della mia particolare stima e riverente affetto A. Lodovico Salvatore

CXLV. Mallorca, 16 gennaio 1911

Stimatissimo Dr. G. Pitrè.

Ho ricevuto il volumetto in occasione del secondo anniversario della mesta corona di fiori dell’.... [264] che anime gentili le offersero. Il vedere la parte che gli altri prendono del proprio dolore è sempre un conforto. Possa prendere, appoggiato da viva fede, nuova lena per continuare i suoi così importanti lavori, certo delle benedizioni dal cielo della figlia Rosina. Mi rammenti alla sua Signora e figlio e quando le scrive a sua figlia Maria e creda sempre all’affetto sincerissimo del suo

A. Lodovico Salvatore

CXLVI. Mallorca, 24 gennaio 1911

Stimatissimo Dr. G. Pitrè.

Ho ricevuto il “Corriere di Sicilia” e il “Giornale di Sicilia” del 12-13 corrente, nei quali ho letto con vero piacere un sunto del felicissimo suo discorso d’ inaugurazione alla cattedra di Demopsicologia di Palermo [265] e i giusti elogi che si fanno alla sua indefessa operosità. Possa questo nuovo campo di attività contribuire a lenire il suo dolore a mantenerlo per molti e molti anni pel bene della scienza [266], per quello della sua famiglia e di tutti quelli che lo venerano ed ammirano, fra i quali conti fra i più sinceri il suo aff.° A. Lodovico Salvatore

CXLVII. Mallorca, 4 maggio 1911

Stimatissimo e carissimo Pitrè.

Ecco che ricevo in exstenso la sua prelezione al corso di Folklore a Palermo [267] e mi affretto di subito ringraziarla. Frattanto avrà ricevuto il mio ultimo libretto e fra breve spero rimetterle un altro opuscoletto che forse la interesserà. Mi rammenti alla sua famiglia e accetti i sensi della mia particolare stima e riverente affetto A. Lodovico Salvatore

CXLVIII. Mallorca, 24… [268]

Stimatissimo e carissimo G. Pitrè.

Rilevo da un lungo articolo del “Giornale di Sicilia” nel quale si fa giusto encomio della sua attività letteraria in pro di Sicilia, come i due volumi XXIV e XXV [269] stiano per ultimarsi e me ne rallegro seco. Compiendo il desiderio del suo compianto figlio [270], ha reso un nuovo gran servizio suo paese e alla scienza. Mi rammenti alla sua Signora ed accetti i sensi della mia particolare stima e riverente affetto A. Lodovico Salvatore

CIL. Mallorca, 22 agosto 1911

Stimatissimo e carissimo Dr. G. Pitrè.

M’associo al suo dolore, questo è quanto mi è dato di dirle [271]. Possa Dio concederle la forza per sopportare questo nuovo colpo. Questo il voto che faccio. Alla sua Signora e alla sua figlia le mie parti sincerissime. Mi creda sempre il suo aff.° Lodovico Salvatore

CL. Mallorca, 12 dicembre 1911

Stimatissimo e carissimo Dr. G. Pitrè.

Ricevetti la carissima lettera sua. Oggi le mando gli auguri più sinceri e cari alla sua Signora e a sua figlia per Natale e Capodanno. Mi rallegro che... [272]

Le mando un numero … [273] del “Mercurio” di Barcellona… [274] nel quale io scrissi quelle poche parole sulla notte di Mallorca. Voglio accettarlo con la sua solita benevolenza. Un libriccino segue fra giorni. Mi creda sempre suo aff.° Lodovico Salvatore

CLI. Mallorca, 3 gennaio 1912

Stimatissimo e carissimo Dr. G. Pitrè.

Doppiamente grata mi è la lettera sua del 29 dicendomi che scrisse a pochi, fra i quali ha la bontà di contarmi. Contraccambio a lei e alla sua Signora li augurii per l’anno novello. Possa ottenere quella quiete necessaria per continuare i suoi lavori tanto proficui e pensi al bene che fa con essi.

Sto per terminare il mio lavoretto su Porto Pì [275] che sarà più grande di quel che al principio pensava. Il “Palinuro” e il “Miseno” , bastimenti scuola della [Marina] bordeggiavano fra due giorni in queste acque, ma non si sono fermati.

Accetti i sensi della mia particolare stima e sincerissima affezione A. Luigi Salvatore

  • Mallorca,11 gennaio 191l

Stimatissimo e carissimo Dr. G. Pitrè.

graditissima di fu la lettera sua del 27 dello scorso mese. Ben comprendo la sua tristezza e quella della sua Signora, alla quale voglia porgere i miei saluti ed auguri sincerissimi per ambedue. La pubblicazione del volume XXIV e XXV delle tradizioni popolari siciliane, compiendo una promessa, le servirà spero di svago e avrà almeno il conforto di compiere l’ingente monumento che ha saputo erigere alla sua patria. Se ha tempo mi scriva spesso che sempre mi fa gran favore e mi creda coi sensi di particolare stima riverente affetto tutto suo A. Luigi Salvatore

CLIII. Mallorca, 18 agosto 1912

Stimatissimo e carissimo Dr. G. Pitrè.

grazie per l’interessante lavoro postumo di suo figlio [276]. Saluti affettuosi Lodovico Salvatore

CLIV. Mallorca, 27 ottobre 1912

Stimatissimo e carissimo Dr. G. Pitrè [277].

Nel n° 291 del “Corriere di Sicilia” leggo con piacere l’articolo sul compimento della sua grandiosa opera con l’uscita del xxv volume e mi affretto di porgerle i miei rallegramenti uniti ai sensi di ammirazione sincera.

Mi rammenti alla sua Signora e figlia, quando le scrive, e accetti i sensi della mia particolarissima stima e riverente affetto A. Luigi Salvatore

CLV. S. Stefano Ramlch, 30 novembre 1913

Stimatissimo e carissimo Dr. G. Pitrè.

Da molto tempo non ho avuto il piacere di ricever sue nuove: spero però che starà bene. Ho terminato il mio libro su Porto Pi che riceverà prossimamente dallo stampatore. Mi ha costato molto tempo e lavoro e sono desideroso di sentire il suo giudizio. Adesso sono qui da alcuni giorni, dove voglia dirigermi lettere, se ha la bontà di scrivermi. Accetti i sensi della mia particolare stima ed affetto a. Lodovico Salvatore

CLVI. San Stefano Ramlch, 20 dicembre 1913

Stimatissimo prof. G. Pitrè.

Grazie per la sua del 13 corrente. Voglio sperare che presto sarà libero dai dolori che incontra e le auguro felicissime le feste di Natale e Capodanno. Mi rammenti alla sua Signora e mi creda sempre suo aff.° Lodovico Salvatore

CLVII. S. Stefano Ramlch, 7 gennaio 1914

Stimatissimo Dr. G. Pitrè.

Mesto ricordo alla sua Rosina mi pergiunge la traduzione di quattro leggende popolari tedesche da me fatte [278]. Grazie di cuore. Accetti i sensi della mia particolare stima e riverente affetto

A. Lodovico Salvatore

CLVIII. S. Stefano Ramlch, 8 febbraio 1914

Stimatissimo e carissimo Dr. Giuseppe Pitrè.

Gradirei d’ avere - e credo che le sarà cosa facile di ottenere - le minime dei mesi invernali dell’ultimo decennio di Taormina, e ciò per un confronto. Finalmente riceverà fra giorni Porto Pi, tanto ritardato a causa dello sciopero delli stampatori e che solo facendone venire di Germania il Mercy è riuscito ad ultimare. Aspetto con vivo interesse il suo giudizio.

Accetti i sensi della mia particolare stima. Suo aff.° Lodovico Salvatore

CLIX. S. Stefano Ramlch, I marzo 1914

Stimatissimo e carissimo Pitrè.

Grazie per la sua lettera del 22 e per il libretto Sicilia con stazioni climatiche. Quel che c’è su Taormina, riferendosi solo a due anni, è di poca importanza e la ringrazio per le diligenze fatte ... [279] qualche cosa di più. Accetti i sensi della mia particolare stima e riverente affetto

a. Lodovico Salvatore

Tanti saluti alla sua Signora.

CLX. S. Stefano Ramlch, 8 aprile 1914

Stimatissimo prof. Giuseppe Pitrè.

. Grazie per la sua del 31 marzo e per le affettuose … [280] Affetto che può star ben certo le è sinceramente contraccambiato. Mi rammenti alla sua Signora e a tutta la sua famiglia buona Pasqua e accetti i sensi della mia particolarissima stima a. Lodovico Salvatore

CLXI. San Rocco presso Trieste, 1 luglio 1914

Stimatissimo e carissimo Dr. G. Pitrè.

Tuttavia sotto il colpo della terribile sciagura che ha colpito la nostra famiglia [281], .... [282] sto sfogliando un bel libro che sotto il titolo d’Europa [283] ha pubblicato presso Hachette & c. a Parigi Marie de Belieu con solito… [284] e che gentilmente mi rimette. Le illustrazioni.... [285] Specialmente i resti antichi sono riprodotti con diffusione e scelta esimia. È un bel libro che certo le avrà fatto piacere. Suo aff.° Lodovico Salvatore [286]




[1Il testo dei documenti epistolari è trascritto in modo integro e fedele. Per una sensata consuetudine, scaturita da un legittimo desiderio di rendere scorrevole la lettura, si è peraltro reso più omogeneo lo stile della data, posta sempre all’inizio (come del resto pratica l’Arciduca, connotevole coerenza) , sciolte le poche abbreviature, introdotto il corsivo, le virgolette e qualche altro segno diacritico ove necessario. Prima della firma, aff.° è stato lasciato come nel ms originale, non essendo possibile interpretarlo come aggettivo positivo ovvero al grado superlativo. Si è altresì intervenuti sui segni d’interpunzione: “essi devono rendere chiara la struttura della frase, che anzi non è nient’altro che la struttura del pensiero o, meglio, della sua comunicazione” (Romano GUARDINI, Elogio del libro, Brescia, Morcelliana, 1993, p 19). Codesti criterii non debbono infastidire, giacché Luigi Salvatore scriveva assai, sovente con fretta, e in più lingue. Quanto alle note sono ridotte all’essenziale: intendono accompagnare, non soffocare un testo perspicuo di per sé.

[2La carta è intestata: Grand Hotel des Palmes. Enrico Ragusa proprietaire. Palermo.

[3L’Arciduca, appena approdato a Palermo ed alloggiato in Albergo, chiese dove abitasse il Pitrè. Così la racconta il Cocchiara: “Il 24 novembre del 1891 si presentò in casa di Giuseppe Pitrè un marinaio straniero vestito piuttosto male, con una faccia intelligente ma con la barba lunga. Pitrè era fuori e lo accolse una cameriera che pur essendo abituato le visite più disparate che uomini di tutte le parti del mondo facevano a Giuseppe Pitrè rimase perplessa di fronte a quel tipo poco raccomandabile. Questi comunque ottenne di lasciare un biglietto. Scritto in italiano diceva: ‘Desidererei di poterla vedere personalmente dovendo pubblicare alcuni canti popolari delle isole Eolie e ripasserò alle sei p.m.’ Firmato: L. Neudorf. Alla cameriera non sembrò vero di mettere alla porta quello strano tipo, il quale nel congedarsi le disse che era alloggiato all’Hotel des palmes e che contava di ripartire presto. ‘Dottore - fu detto al Pitrè - è venuto un pazzo e ha lasciato un biglietto’. Ma Pitrè che era medico e che non aveva paura dei pazzi si recò subito all’Hotel des palmes per cercare il marinaio. ‘Neudorf ? Non esiste’. ‘Eppure è venuto un marinaio da me con la barba lunga ecc.’ ‘Bene - gli risposero - quel marinaio che non ha più la barba lunga è l’arciduca Luigi Salvatore d’Austria. È sbarcato stamattina e ha chiesto subito di Pitrè’. In tal modo, con queste battute di aspetto, s’ iniziò tra Pitrè e l’arciduca Salvatore di Austria una di quelle amicizie che, nella seconda metà dell’Ottocento, sono state per la Sicilia quanto mai feconde per i risultati concreti che esse raggiunsero”. G. COCCHIARA, Dalle Lipari a Ustica sulle ormedell’Arciduca in “Giornale di Sicilia”, 7 maggio 1950.

[4F:A: Brockhaus, editore in Lipsia.

[5Leo Woerl, editore in Wurzburg ed amico di Sua Altezza, tanto da comporne una biografia vivente ancòra: L. WOERL, Erzherzog Ludwig Salvator aus dem Osterreichischen Kaiserhause als Forscher des Mittelmeeres, Leipzig, Woerls Reisebucher-verlag, [1899].

[6Presumibilmente: Die insel Menorca, Lepizig, F.A. Brockhaus, 1890-91, due grandi volumi.

[7L’Arciduca firmava e si presentava talora sotto codesto nome.

[8La stampa dell’opera sulle Lipari, formata da otto volumi, durò quattro anni: Die Liparischen inseln, Prag, Mercy, 1893-96: Vulcano, 1893; Salina, 1893; Lipari, 1894; Panaria, 1895; Filicuri, 1895, Alicuri, 1896; Stromboli, 1896, Parte generale, 1894.

[9Ossia: in rapporto.

[10Vale a dire i volumi fino allora apparsi della “Biblioteca delle tradizioni popolari siciliane”, intrapresa nel l870 e conchiusa nel l913.

[11Sconosciuto: congettura.

[12Hobarttown oder sommerfrische in den antipoden, Prag, H. Mercy, 1886. Luigi Salvatore aveva anche raggiunto l’Australia e la Tasmania.

[13A Praga, presso l’editore Heinrich Mercy e poi presso il figlio di lui, l’Arciduca farà imprimere parecchi volumi.

[14Ossia: bozze.

[15Il Pitrè, massime negli anni giovanili e con le persone di riguardo, era solito domandare l’effigie fotografica.

[16Congettura.

[17Questo è un problema od inconveniente vecchio quanto la paremiologia, e basti ricordare l’esagerato rimpinguamento effettuato da Gino Capponi alla raccolta di Giuseppe Giusti. L’osservazione peraltro conferma il buon senso e la sagacia dell’Arciduca, qualora già non la conoscessimo.

[18Opera piuttosto rara, estratto dall’opera di cui alla nota successiva.

[19Die Balearen in Wort und Bild Geschildert, Lepizig, Brockhaus, 1869-84, opera monumentale in sette tomi, dedicata a S.M. Francesco Giuseppe Imperatore.

[20Ethnologica: così nel testo. G. PITRÈ, Esposizione nazionale di Palermo. 1891-92. catalogo illustrato della Mostra etnografica siciliana, Palermo, Virzì, 1892.

[21La mostra era già aperta nel novembre 1891ed esponeva migliaia di oggetti.

[22Parola illeggibile per l’inchiostro deleto.

[23Il catalogo pubblica cento disegni a zincotipia (eseguiti dallo Stabilimento Artistico Turati di Milano). Il nome dell’artista è citato a p 4.

[24Cfr. G.PITRÈ, Esposizione,cit., pp 19-44.

[25La carta, edita da Prem[iata] Stam[peria] Emporio , ostende in alto una veduta del Pont de Rialto.

[26A Zindis, località ad oriente di Muggia (Trieste), l’Arciduca possedeva una tenuta acquistata nel l878 e poi ingrandita con ulteriori acquisti negli anni successivi.

[27Parola d’incerta lettura.

[28Il Pitrè suole lamentarsi coi corrispondenti o per lo stato della salute propria o dei parenti, o per lutti, o per torti subiti.

[29Località alpina sopra la Svizzera ed il Tirolo, scelta più volte a soggiorno dall’Imperatore.

[30Francesco Giuseppe (1848-1916).

[31Allude certo a Carlotta Vitrano (sorella della moglie Checchina) sposa di Ambrogio Castellano. {}{}

[32G. PITRÈ, Il Vespro siciliano nelle tradizioni popolari della Sicilia, Palermo, L: Pedone Lauriel, 1882.

[33Cfr. nota 5, la recensione non compare nel pur pregevole: Bibliografia degli scritti di Giuseppe Pitrè, a cura di Giuseppe d’Anna, Roma, Bulzoni, 1993.

[34L’Imperatrice era Elisabetta moglie di Francesco Giuseppe. L’Imperatrice Sissi fu a Mallorca nel 1892 e nel 1893 ed ebbe con Luigi Salvatore un ottimo rapporto, anche per la notevole consonanza nell’indole e negli interessi coltivati. L’Arciduca era solito visitarla quando passava da Corfù, dove l’Imperatrice possedeva una villa.

[35H. DE MORENO, La festa del Natale in Sicilia in”Giornale di Sicilia”, XXXII, 359, 25-26 dicembre 1892.

[36Giovanni I, 14.

[37Ossia: consuetudine

[38Maria Teresa imperatrice negli anni 1740-80; Leopoldo II granduca di Toscana nel l765 ed imperatore nel biennio 1790-92.

[39In realtà il ceppo risulta di uso ben più antico ed è documentato quanto meno dal Rinascimento. Cito appena: I parenti godevoli, opera piacevolissima nella quales’introduce un ridutto di gentilhuomini e gentili donne a mettere ceppo insieme et cavar la ventura come s’usa in Bologna la festa di Natale, Bologna, heredi G. Rossi, 1599; A. COSTA, La cerimonia del ginepro, il ceppo e la mancia del Natale, Bologna, 1621; Feste italiane. Feste della Toscana… in “Ricoglitore italiano e straniero”, Milano, Stella, II, parte I, pp 311-316 etc

[40G. PITRÈ, Dubbi e indovinelli popolari siciliani, Palermo, tip. Giornale di Sicilia, 1893, Per nozze Cassin-d’Ancona.

[41“Natura ed arte. Rassegna quindicinale illustrata italiana e straniera di scienze, lettere ed arti”, edita dal Vallardi di Milano ed impressa dal l891 al 1911, allora diretta da Angelo De Gubernatis.

[42Manfredi Porena (Roma, 1873 – 1955), allievo di Francesco D’Ovidio, filologo, italianista, docente al Magistero di Roma, genero di Nicola Zingarelli, avendone sposato la figlia.

[43I volumi su Vulcano e su Salina delle Lipari [cfr. nota 7] uscirono nel 1893. Leggesi in un articolo pressochè coevo su Vulcano: “Anticamente vi si esercitava l’estrazione dell’allume dai galeotti, con mezzi e metodi primitivi. Dopo un inglese comperò l’isola, vi impiantò fabbriche, vi costruì una villa, vi piantò un vasto vigneto. la grande eruzione di Vulcano del 1888-90 distrusse le fabbriche, bombardò la villa; l’industria dell’allume fu sospesa, ma la villa fu riparata ed è ancora abitata, la vigna è sempre coltivata e dà un bel risultato…”: Bruno ZANGARA, ciò che dice il prof. Riccò sul terremoto e maremoto del 28 dicembre in “Il Mattino”, 19-20 gennaio 1909.

[44Parola illeggibile per l’inchiostro deleto.

[45Toredada: congettura.

[46Ossia: posti panoramici.

[47Gaston Vuillier, pittore francese amico dell’Arciduca, venne in Sicilia a bordo del piroscafo Tirso proprio in quest’anno 1893 e ne stilerà un interessante volume. G. VUILLER, La Sicile, impressions du present et du passè, Paris, Hachette, 1896. Rinvio all’articoletto : Maria Rosa PANZICA, Un incontro fortuito in “Il Pitrè”, quaderni del Museo Etnografico Siciliano, n° 5, giugno 2001, pp 41-46.

[48Rivista d’interesse geografico con particolare riguardo per la moda dei viaggi, che essendo estesa al ceto borghese contribuì {}alla fioritura di varie tetstate più o meno prestigiose. Un’altra fu la “Revue generale des sciences pures et appliquèes” di Paris,diretta da Louis Olivier.

[49G. PITRÈ, Carnevale in « Giornale di Sicilia », XXXIII, n°44, 12 febbraio 1893, numero unico.

[50Isabella II regina di Spagna dal l833 (reggente la madre Maria Cristina) fino alla deposizione nel l868; morì nel l904.

[51Parola illeggibile per l’inchiostro deleto.

[52Congettura.

[53parole illeggibili per l’inchiostro deleto.

[54Ovviamente non più allegata.

[55Il volume su Panaria uscirà nel l895, insieme con quello su Filicuri .

[56La notizia fa arguire quanto laboriosa sia stata la redazione e l’opera di revisione dei volumi e perché se ne possa invidiare la non comune correttezza.

[57Die Balearen in wort und bild geschildert , Leipzig, Brockhaus, 1869-84, sette volumi.

[58Parola illeggibile per l’inchiostro deleto.

[59Antonio Maura y Montaner (Palma de Minorca, 1853 – Madrid, 1925) deputato di Maiorca alle Cortes a ventisei anni, celebre politico. Gli è riserbata una ’voce’ nella Enciclopedia Italiana, XXII, p 609.

[60cfr. nota 48.

[61Carattere minuscolo.

[62I convenevoli risultano ridotti per farli rimanere nella facciata.

[63Se uscì, apparve anonimo ovvero è ignota dalla bibliografia approntata dal D’Anna di cui alla nota 32.

[64Due righi illeggibili per l’inchiostro deleto.

[65Il volume su Filicuri uscì nel l895, quelli su Alicuri e su Stromboli nel l896.

[66La parte generale usciva nel 1894.

[67Tre righi illeggibili per l’inchiostro deleto.

[68G. PITRÈ, Costumi palermitani in “Giornale di Sicilia”, XXXIII, n°352, 25-26 dicembre 1893 (uscì anche in estratto).

[69G. PITRÈ, Bibliografia delle tradizioni popolari d’Italia, Torino-Palermo, C.Clausen, 1894.

[70Ecco il testo della dedica: “Alla santa memoria di Maria Stabile Pitrè. Dopo due anni e più di crudele separazione, io ti cerco sempre, o Madre mia, t’invoco pietosamente. E poiché non v’è cosa che mi richiami la tua dolce immagine megli e più fedelmente di quest’opera, la quale tu, mio angelo tutelare, vedesti nascere, crescere e quasi finire, come lavoro dove alita il tuo spirito, io vi metto in fronte il nome tuo, primo ed ultimo amore della mia vita. nello sconforto in cui la tua improvvisa dipartita mi lasciava, una sola speranza mi sorride, o Madre benedetta: quella di poterti un giorno raggiungere là dove non c’è più nulla a desiderare”.

[71Allude alla chiusa della prefazione, p. xx, là dove scrive: “E non dimenticherò te, mia buona Maria, né te, mio diletto Salvatore, i quali con intelletto d’amore superiore all’età vostra aiutaste me, già stanco del penoso lavoro di compilazione e di stampa in quello veramente improbo degli indici. E col vostro nome, figliuoli amatissimi, io chiudo queste pagine, in mezzo alle quali siete cresciuti, amanti del sapere e degli studi”.

[72Un rigo illeggibile per l’inchiostro deleto.

[73Una o due parole come sopra.

[74cfr. n.70. La primogenita Maria (Palermo, 1878 – Roma, 1967) figlia prediletta, fu indubbiamente collaboratrice del padre. Salvatore detto Totò (Palermo, 1880 – 1911) darà parecchio filo da torcere negli anni del liceo: lo si arguisce dal carteggio di pochissimi intimi,quale quello col Di Martino. Cfr. G. L. BRUZZONE, l’amicizia fra Giuseppe Pitrè e Mattia Di Martino in “Lares”, LXVI, 2000, pp 487-595.

[75L’Arciduchessa Stefania di Sassonia-Coburgo e Gotha ossia del Belgio, consorte di Rodolfo d’Absburgo erede al trono morto tragicamente e misteriosamente il 30 gennaio 1889. Nel 1900 Stefania sposerà in seconde nozze un nobile ungherese. Fra gli altri ospiti coronati, oltre all’Imperatrice d’Austria Elisabetta, si ricordano la Granduchessa Maria Antonia di Toscana, madre dell’Arciduca nostro, l’Infante di Spagna Isabella, il Principe Wladimiro delle Russie, Re Edoardo d’Inghilterra. Cfr. Chris STADLAENDER, Ludwig liebte landlich in „Wiener Samstag“, XXI, 10, 4 marzo 1972; Fiorello DE FAROLFI, Un grande dimenticato:l’Arciduca Lodovico Salvatore di Toscana in “Atti e Memorie della Società Istriana di Archeologia e Storia Patria”, LXXII-LXXIII, 1972-73, pp 333-391, quivi pp 359 e 365.

[76Spanien in wort und bild, mit 157 illustrationen..., Wurzburg, Woerl, 1894, volume recensito dal Pitrè in „Archivio per lo studio delle tradizioni popolari“, XIII, 1894,pp 463-464.

[77Trattasi del capitolo VII, pp 553-594 con venti figure. La notizia della collaborazione dell’Arciduca e relativo ringraziamento è data da Leo Woerl nella prefazione al volume.

[78Si tratta del primo panfilo,veliero a vapore, chiamato Nixe, varato a Fiume nel 1872 ed affondato a Capo Caxine come attesta la presente lettera, importante a questo proposito, poiché fin’ora non risultava noto con certezza né l’anno, né le cause del naufragio. Cfr.: F. De FAROLFI, Un grande, cit., p 367. L’incisione dei due panfili è offerta da: L. WOERL, Erzherzog, cit., donde la trassero il citato De Farolfi e G. L. BRUZZONE, l’Arciduca Luigi Salvatore Absburgo Lorena di Toscana in “Etnostoria”, 2003, pp 27-40.

[79Lavori: ossia fatiche.

[80Rectius:Caxine, alcune miglia ad oriente da Algeri.

[81Due parole pasticciate.

[82G. PITRÈ, Antonio Veneziano nella tradizione popolare siciliana. Discorso…in “Archivio Storico siciliano”, XIX, 1894, edito anche in estratto.

[83Di fatto uscì fra breve: Rondayes de Mallorca, Wurzburg, L. Woerl, 1895 recensito dal Pitrè in “Archivio per lo studio delle tradizioni popolari”, xv, 1896, pp 295-296.

[84Ossia: propendo.

[85Una parola illeggibile per l’inchiostro deleto.

[86Allude alla celebre fiaba L’amore delle tre melarance.

[87Una parola illeggibile per l’inchiostro deleto.

[88Una o due parole come sopra.

[89Una parola come sopra.

[90Una parola come sopra.

[91Due parole come sopra.

[92Due o tre parole come sopra.

[93Una parola come sopra.

[94A[ntonio] NOGUERA, Memoria sobre los cantos de la isla de Mallorca. Segunda edicion, Palma, Guasp, 1894, recensito dal Pitrè in ”Archivio per lo studio delle tradizioni popolari”, XIV, 1895, pp 291-292.

[95G. PITRè Costumi siciliani delle provincie di Messina e di Palermo, Palermo, tip. Giornale di Sicilia, 1895 (estratto dal ”Giornale di Sicilia” e tirato in appena venticinque esemplari, dedicati a Gaston Vuillier).

[96Il pittore era giunto in Sicilia ed aveva conosciuto il Pitrè, che gli fu da guida nella visita alla città e nella storia dell’isola.

[97La carta reca impressa in filigrana un volto femminile e nell’altra facciata la leggenda REINA REGENTE e l’arma regale spagnuola. Si tratta di Maria Cristina de las Mercedes, consorte di Alfonso XII (1874-85) e madre di Alfonso XIII (1886-1931) del quale fu reggente dal 18 maggio1886 al 17 maggio1902. Anche le missive seguenti fino alla LVIII ed altre ancora sussessive adoperano la medesima carta.

[98Concetto iperbolico; il Pitrè non aveva riscontrato soltanto la missiva IL.

[99G. PITRÈ, la festa di San Francesco da Paola in Palermo descritta, Palermo, tip. Giornale di Sicilia, 1895. Nozze Ardizzone-Napoli, aprile MDCCCXC. Il Pitrè era amico della famiglia ARdizzone, proprietaria del quotidiano ”Giornale di Sicilia”.

[100Giovanni Nepomuceno Salvatore, ultimo figlio di Leopoldo II granduca di Toscana, nato in Firenze il 25 novembre 1852, noto anche sotto il nome di Giovanni Orth. Per il suo carattere spregiudicato e per i suoi sentimenti liberali fu esiliato dall’Imperatore Francesco Giuseppe nell’ottobre 1889 con la perdita di ogni prerogativa del proprio rango. cfr. F. DE FAROLFI, Un grande dimenticato, cit., pp 355-356, nota 33.

[101Appassionato di navigazione, Giovanni Nepomuceno conseguì a Fiume la patente di capitano e si mise a solcare il mare col piroscafo Bessie (di 77 tonnellate). Nel marzo 1890 salpava dall’Inghilterra alla volta del Cile sulla nave S. Margherita, ma nell’estate una tempesta nell’Oceano Pacifico meridionale la inghiottiva negli abissi. Le ultime notizie di Giovanni Nepomuceno lo dicono uscito dal Mar del Plata. Ma al momento del naufragio si trovava sulla nave? Taluno sostiene fosse sbarcato prima ed abbia voluto cambiar vita, cogliendo la tragica occasione. In ogni caso da allora non si seppe mai più nulla dello sfortunato principe. cfr.: Mary DOBROLLOVICH BUDINICH, l’Avventura di Giovanni Orth nelle ultime lettere dell’arciduca Salvatore in ”L’Illustrazione Italiana”, LVIII, 45 , 8 novembre 1931, pp 689-691 (Mary era figlia del Prof. Antonio Budinich, docente di scienze nautiche di Giovanni Nepomuceno); G. L. BRUZZONE, l’Arciduca Luigi Salvatore, cit., comunicazioni orali con l’Architetta Gianna Duda Marinelli di Cherso (oggi residente in Trieste, dopo le persecuzioni subite dalla tirannide di Josif Broz, l’ammazza-italiani).

[102Cfr. la nota 82 et infra la nota 109.

[103Presumo l’opuscolo: G. PITRÈ, Leggende e tradizioni popolari siciliane, Palermo, tip. Giornale di Sicilia, 1895, Per nozze d’argento Castellano-Vitrano, III settembre MDCCCXCV.

[104Columbrete: così nel testo per Columbretes.

[105Impressa con l’anno 1896: G. PITRÈ, Medicina popolare siciliana, Torino-Palermo, C. Clausen, 1896.

[106L’Imperatrice d’Austria Elisabetta.

[107Nella cartografia della Repubblica di Genova e del Regno di Sardegna chiamato Capo S. Martino.

[108Il volume ostende la dedica a stampa: ”A l’eminent Giuseppe Pitrè qui me révela la Sicile”.

[109Cfr. nota 82 e quella successiva.

[110Marchen aus Mallorca Gesammelt von Erzherzog Ludwig Salvator, Wurzburg und Leipzig, Woerl, 1896.

[111Guglielmo II imperatore di Germania dal l888 al 1918.

[112La ”Biblioteca delle tradizioni popolari siciliane” di cui erano usciti fino allora diciannove volumi.

[113Giovanni Marinelli (Udine,1846 - Firenze,1900) docente di geografia all’Università di Padova e di Firenze dal l893; fondò la Società di studi geografici e coloniali, diresse la ”Rivista Geografica Italiana”. cfr.: ”Atti dell’Istituto Veneto di scienze, lettere ed arti”, LX, pp 135-174; Enciclopedia Italiana, Roma, Treccani, 1949, XXII, p 345.

[114Città rivierasca apparetenuta per secoli al dominio della Serenissima Repubblica di Genova e nel l923 unita con la dirimpettaia Oneglia per formare il capoluogo di provincia col nuovo nome di Imperia.

[115Francesco Giuseppe Imperatore d’Austria e Re d’Ungheria dal l848 al 1916.

[116Si noti la consapevolezza metodologica e la chiarezza di vedute dell’Arciduca.

[117Casse processionali.

[118Il Pitrè, nella veste di consigliere comunale, contribuì con efficacia al ripristino del festino di S. Rosalia l’anno 1896. Egli invitava parecchi estimatori quali il Barone Giuseppe Arenaprimo di Messina, Alessandro d’Ancona da Pisa, Cristoforo Pasqualigo dal Veneto che non giunsero, mentre venne l’Arciduca Luigi Salvatore. Circa l’iniziativa – tacendo la sostanziosa pubblicistica – così ne ragguaglia in forma anonima il Pitrè stesso: ”Il festino di S. Rosalia in Palermo nel 1896. Come fu annunziato a pagina 456 di quest’Archivio, nel luglio del corrente anno, dall’11 al 15, vennero celebrate le antiche feste di Santa Rosalia, il cosiddetto festino, del quale viaggiatori italiani, stranieri e scrittori siciliani di ogni genere parlarono lungamente. Questa ripristinazione fu opera d’uno studioso del folclore, il quale da consigliere comunale di Palermo sostenne il ritorno alle antiche usanze quando queste non siano incompatibile con i tempi nuovi. Centinaia di migliaia di siciliani accorsero da tutta l’isola a Palermo, e fu una gioia, un’ esultanza che mai la più sincera e la più entusiastica. I giornali cittadini diedero minuta contezza dei singoli spettacoli di quelle feste e noi ci riserviamo di farne lo spoglio nel prossimo volume del periodico, mettendo in evidenza le stampe e i numeri unici venuti fuori in quella occasione. Qui diremo che i principali spettacoli vennero riprodotti con la massima fedeltà storica e si giunse appena in tempo a non perderne la tradizione, giacché in capo a una decina d’anni non si sarebbe avuto più un testimone oculare a cui ricorrere per certe particolarità che costituiscono appunto l’attrattiva di una solennità religiosa o civile. Il carro trionfale, i fuochi artificiali, la processione e la Beneficiata sono i punti cardinali attorno ai quali si svolse il festino. Il carro, sull’antico disegno dell’ingegner Rosario Torregrossa, misurava l’altezza di 30 metri ed era lungo 11, largo otto, sopra una piattaforma di 4,50: una mole di 60 tonnellate superbamente maestosa per la quale a giusta ragione corre la qualificazione tradizionale di muntagnedda d’oru. Lo tiravano 50 buoi coronati di fiori e le corna dorate. I fuochi vennero ripresentati con i trasparenti dipinti dai migliori artisti palermitani. La processione dell’urna argentea contenente le reliquie di Santa Rosalia fu preceduta da una ventina di statue di santi e da 62 congregazioni e confraternite, secondo il bi-secolare ruolo. La Beneficiata precesse, accompagnò e chiuse i cinque giorni; e furono vera festa degli occhi e delle borse più povere una cinquantina di quadri in tela, sui quali stavano attaccate centinaia di piastre d’argento, da cinque lire ciascuna per la somma complessiva di Lit 25.000. I fortunati vincitori a questa graziosa lotteria ricevevano alle loro case il premio a suono di tamburi in mezzo ad una calca straordinaria di popolani. Queste le linee principali della esumazione del vecchio e desiderato festino di Palermo, per il quale rimandiamo il lettore alla descrizione che ne fu fatta nell’Archivio del 1884, volume III, pp 413- 428”. “Archivio per lo studio delle tradizioni popolari”, XV, 1896, PP 584-585.

[119Affermazioni quanto mai significativa, queste di Luigi Salvatore. Le testimonianze disponibili attestano la sincera religiosità dell’Arciduca e il suo gusto nell’essere accompagnato dalla sua piccola corte alla Santa Messa. A Muggia - dove possedeva la tenuta di Zindis - alcune generazioni ricordarono ”quanta attenzione mettesse a che ogni ragazzino che aveva suonato le campane ricevesse in dono una corona”:F. DE FAROLFI, Un grande dimenticato, cit., p 359 e nota 43.

[120Questa località presso Trieste era amata dall’ Arciduca, che un decennio innanzi l’aveva descritta e disegnata: Lose blatter aus Abazia, mit 32 illustrationen, Wien, Horzel, 1886 (confronta la recensione di B. BENUSSI in “Atti e memorie della società istriana di archeologia e storia patria”, Parenzo, II, 1886, pp 224 -225). Fu poi tradotta in lingua francese: Feuilles volantes d’Abazia, avec trentedeux dessins à la plume, Paris, Ollendorf, 1887.

[121Questa località presso Trieste era amata dall’ Arciduca, che un decennio innanzi l’aveva descritta e disegnata: Lose blatter aus Abazia, mit 32 illustrationen, Wien, Horzel, 1886 (confronta la recensione di B. BENUSSI in “Atti e memorie della società istriana di archeologia e storia patria”, Parenzo, II, 1886, pp 224 -225). Fu poi tradotta in lingua francese: Feuilles volantes d’Abazia, avec trentedeux dessins à la plume, Paris, Ollendorf, 1887.

[122Così nel testo per Faro

[123In quelle terre gli Asburgo Lorena di Toscana possedevano, fra l’altro, un castello con parco grandioso a Schlackenwert (cittadina a un centinaio di chilometri a ponente di Praga), un castello a Brandeis sull’Elba (dove morirà Luigi Salvatore il 12 ottobre 1915); la villa ed il castello di Ort sulle rive del lago Traun-See.

[124Così nel testo, con stile telegrafico.

[125Benedetto Brin (Torino, 1833 - 98), ingegnere navale, politico, ministro più volte. Fondò l’Accademia navale di Livorno nel 1878 e potenziò la flotta italiana.

[126Padrino di Salvatore detto Totò fu il sacerdote Casano. Come si sa,” il comparatico è in Sicilia, presso il popolino, la parentela più considerevole e più stimata: tanto che spesso non la cede alla parentela di sangue”: G. PITRÈ, Il comparatico in Sicilia in B. E. MAINERI – O. GRANDI, Charitas . Strenna per gli inondati, Roma, Corradetti, 1882, p 112.

[127Città dell’isola di Maiorca.

[128Oggi Presov, nella Repubblica slovacca.

[129Die Balearen. Geschildert in Wort und bild von Erzeherzog Ludwig Salvator, Wurzburg und Leipzig, 1897.

[130Curiosa codesta battuta, indizio dello spirito umoristico posseduto da Sua Altezza. Molti infatti conoscevano chi si nascondesse sotto il nome di Luigi Neudorf.

[131Codesto telegramma non risulterebbe più conservato nell’archivio Pitrè.

[132Sua maestà Elisabetta, confronta nota 34 et infra 176.

[133G. Pitrè, Indovinelli dubbi, scioglilingua del popolo siciliano raccolti ed illustrati e preceduti da uno studio sull’indovinello, Palermo, C. Clausen, 1897.

[134Il regio educatorio ” Maria Adelaide” in Palermo era il maggior istituto dell’isola. Il Pitrè ne fu per lunghi anni Presidente e in tale veste effettuò vari viaggi in Roma per curare determinate pratiche dell’ educatorio stesso, nonché accompagnò le allieve in alcune gite.

[135Iniziavano a fiorire in Francia ed altrove le prime riviste integralmente turistiche (ossia non con qualche servizio soltanto), nelle quali il potenziale viaggiatore incontrava anche notizie spicciole (prezzi, orari, strade, mezzi di trasporto…) e suggerimenti pratici. Un periodico fu appunto intitolato: ”Le Tour du monde. Nouveau journal de voyages” impresso in Parigi e vissuto dal l860 al 1914.

[136Trattasi di Benzert Biserta, Prag, Mercy, 1897 e di Cannosa, Prag, Mercy, 1897: pubblicazioni relativamente contenute per numero di pagine, ma di grande fornato (mm 230x310 e 240x315) con parecchie tavole fuori testo.

[137Così nel testo, per stragrande.

[138Come nel 1895 e nel 1896, nel maggio 1897 il Pitrè otteneva un consistente tributo di voti dagli elettori palermitani, evidentemente ben disposti per chi aveva ripristinato il festino, per quanto i veri amici sconsigliassero di accettare la carica di sindaco, mentre altri testimoni danno alla partecipazione politica del Pitrè un’interpretazione meno mitica e spontanea. A questo proposito Salvatore Salomone Marino confida ad un comune amico del continente: ”Il nostro Beppe, che imprudentemente volle appoggiarsi a tutti e due i partiti e stringere segreti accordi, per l’inconcepibile e inconsulto desiderio della sindacatura (desiderio con maggior imprudenza fatto esprimere nel “Giornale di Sicilia” che è tutto cosa di lui, Pitrè) sono toccate, con dolore di tutti gli amici, amarezze senza fine e ingiurie e contumelie e caricature ferocissime, perdurante tuttavia dopo sei mesi […] L’ira è scoppiata per essersi egli atteggiato a indispensabile e unico sindaco; ma i cosiddetti democratici gli si scagliarono addosso per avere egli, dopo gli accordi segreti con essi, piegato ai moderati, con quali del resto era legato per antichi ideali e intenti e studi e frequenza”: S. SALOMONE MARINO, Lettera a d’Ancona, 27 novembre 1897 edita in G. L. BRUZZONE, Il sodalizio fra Salvatore Salomone Marino e Alessandro d’Ancona in “Etnostoria”, nuova serie 2001, pp 7-146, lettera C, p 133.

[139ossia Bratislava, capitale della Slovacchia.

[140Nel castello di Orth, presso Gmunden sul lago di Traun-See nell’Austria superiore, abitava la Granduchessa di Toscana Maria Antonia (1814-98), madre di Luigi Salvatore.

[141Inserito nell’eponimo volume(tto): Ustica, Prag, Mercy & Sohn, 1898.

[142Isoletta al largo della costa marocchina, ossia a sud-ovest di Almeria. Cfr.: Alboran, Prag, Mercy & Sohn, 1898.

[143Sorte: così nel testo, per sorge.

[144Eduardo Boscà Casanoves (Valencia, 1843-…) apprezzato naturalista. Cfr.: Enciclopedia universal illustrada Espasa Calpe, Bilboa, s.d., IX, p 218.

[145E. BOSCA’, Correciones y adiciones al catalogo de los reptiles y amfibios de Espana, Portugal y las islas Baleares…, Madrid, 1881.

[146Per l’annuale festino di Santa Rosalia.

[147Antoni ALCOVER, Aplech de robdayes mallorquines, Palma de Mallorca, 1896-97, due volumi, recensiti dal Pitrè in “ Archivio per lo studio delle tradizioni popolari”, XVI, 1897, pp 449 -450.

[148Così nel testo, per modo.

[149Di Antoni M. Alcover y Sureda restano due lettere nell’archivio del Pitrè, datate 19 luglio 1897 e 28 gennaio 1898. Dalla prima si deduce che l’Alcover inviasse al Pitrè i due volumi Rondayes mallorquines per suggerimento di Paul Sébillot, direttore della “Revue des traditions populaires” di Parigi. Cfr.: Carteggio di Giuseppe Pitrè a cura di G. L. Bruzzone, Palermo, edizione nazionale delle opere di Giuseppe Pitrè, anni 1895- 1900, lettera n°336.

[150Ustica, Prag, Mercy & Sohn, 1898.

[151Cannosa e Benzert, cit. sub nota 145.

[152Salvatore Pitrè detto Totò contava allora 17 anni. Quanto agli studi confronta sopra nota 64.

[153Cfr. nota 125. Don Cusano è menzionato soltanto nel carteggio con gli intimi oppure che lo avevano conosciuto di persona, come i baroni Lumbroso. Cfr.: G. L. Bruzzone, La famiglia Lumbroso e la famiglia Pitrè, un rapporto di studio e d’amicizia in “Memorie e rendiconti dell’Accademia di scienze, lettere e belle arti degli Zelanti e dei Dafnici”, Acireale, serie quarta, IX, 1999, pp 453- 540, quivi pagina 482, nota 52.

[154Nell’angolo destro, in alto, campeggia il disegno di una viola del pensiero.

[155Sanremo ospitò parecchie teste coronate nell’Otto e Novecento, nonché folti gruppi di diverse nazioni: russi, inglesi, tedeschi, polacchi ed altri di minore entità. A questo proposito è istruttiva una visita all’antico camposanto.

[156L’arciduca era legato all’intera famiglia Vuillier: nella lettera datata 13 aprile 1898 menzionerà il figlio Roberto.

[157La carta della missiva è rigata, di mediocre qualità.

[158Giuseppe TRANCHINA, L’isola di Ustica dal MDCCLXI sino ai nostri giorni. Cenni storici, Palermo, tipografia dello statuto, 1885-86.

[159Pietro CALCARA, Descrizione dell’isola di Ustica, Palermo, s. n., 1842. Il Calcara pubblicò varî opuscoli con guide di altre località: V. CALCARA, Cenno topografico dei dintorni di Termo, Palermo, tip. Robert, 1842; Idem, Descrizione dell’isola di Lampedusa, Palermo, tip. Pagano, 1847; Idem, Descrizione dell’isola di Linosa, Palermo, tip. Morvillo, 1851; Idem, Descrizione dell’isola di Pantelleria, Palermo, senza editore, 1852.

[160Nell’amplissima tenuta di Miramar in Mallorca.

[161Barcellona: congettura.

[162Port Vendres: quasi al confine col territorio spagnolo.

[163La Ciotat: sulla costa fra Marsiglia e Tolone.

[164Fleres: congettura. Il personaggio andrà forse identificato nel giornalista Ugo Fleres.

[165La Biblioteca Nazionale di Palermo (oggi opinabilmente ribattezzata Regionale) possiede quattro opere dell’arciduca: Columbretes, Benzert, Cannosa e Alboran.

[166La carta listata a lutto per la morte dell’imperatrice Elisabetta d’Austria, assassinata in Ginevra il 10 settembre 1898.

[167come nota precedente.

[168carta listata a lutto divenuto duplice: oltre all’Imperatrice Sissi assassinata, era morta l’8 novembre 1898, nel castello di Orth, presso Gmunden, l’arciduchessa Maria Antonia madre di Luigi Salvatore. Come Sissi, così anche la madre aveva visitato il figlio a Mallorca almeno due volte: nel 1875 e nel 1877.

[169Maria Antonia, principessa delle Due Sicilie, era nata in Palermo il 19 dicembre 1814 e morì - come s’è detto – l’8 novembre 1898. Essa aveva sposato in Napoli il 7 giugno 1833 Leopoldo II, cui aveva dato nove figli. A titolo di curiosità si ricorda che fu dama alla corte della Granduchessa in esilio la giovane gentildonna Maria Teresa Ledochowska (Loosdorf, 1863- 1922) di recente canonizzata. Cfr.: Marie WINOWSKA, Allez dans le mond entier…, Paris, St. Paul, 1975.

[170Carta listata a lutto.

[171Intende la recensione apparsa sull’ “Archivio per lo studio delle tradizioni popolari”, XVII, 1898, pp 433 435. Essa è stata riproposta in G. L. Bruzzone, L’arciduca Luigi Salvatore, cit., pp 33-35.

[172Cfr.: Ustica, cit., pagina 36-48 dove pubblica due inedite novelle popolari usticane, fra cui ‘U re ‘ranciu reso dall’Arciduca Pomeranzen-Konig. Risulta evidente l’equivoco arancio - granchio posseduto dal lemma ‘ranciu (con aferesi). Del resto, è notorio il ‘granchio’ preso dal Istituto geografico militare nel chiamare Golfo degli aranci, anziché dei granchi, la bella baia nella Sardegna nord orientale.

[173Carta listata a lutto.

[174Il volume uscirà di lì a poco: Bougie, die perle nord-Afrikas, Prag, Mercy & Sohn, 1899.

[175Diga?

[176L’arciduca passò molti mesi invernali, in vari anni, a Ramleh, sulla costa ad oriente di Alessandria d’Egitto. Va da sé che dall’antica Nicopoli (ossia Ramleh) partisse per molte escursioni.

[177Karnak,” villaggio dell’alto Egitto sulla sponda destra del Nilo, distante un paio di chilometri a nord-est da Luxor, col quale è collegato da un ampio viale” (Enciclopedia italiana, xx, p 129), importante per i resti archeologici dell’antica Tebe.

[178La Pasqua del 1899 cadeva il 2 aprile.

[179Contornata: ossia circumnavigata.

[180Come attesta anche la presente missiva, con il termine Riviera si è sempre indicata la costa ligure: fra tanti abusi odierni, anche linguistici, ci è gradito rilevarlo. Cfr.: Furio CICILIOT, Riviera. Storia millenaria di un termine globalizzato, Savona, Camera di Commercio, 2003.

[181Paniere: così nel testo.

[182Ramleh als Winteraufenthal, Leipzig, Woerl, 1900. A Ramleh, nel corso del 1899, Sua Altezza aveva comperato un’ abitazione.

[183Die Insel Giglio, Prag, H.Mercy, 1900.

[184Allude a: Maria PITRÈ, Le antiche feste di Santa Rosalia in Palermo descritte dai viaggiatori italiani e stranieri in “Archivio per lo studio delle tradizioni popolari”, XVII, 1898, pp 553- 576; XVIII, 1899, pp 93-112, 248-282, 330-345, puntate uscite tutte insieme in estratto.

[185Sua Altezza risiedeva a Bordighera da vari mesi ormai.

[186Ossia 8 aprile 1900. Significativa peraltro l’indicazione, forse per riflesso dell’ importanza della ricorrenza liturgica a Bordighera, partecipata dall’Arciduca. Era allora parroco di Bordighera padre Giacomo Viale (Airole, 1830 - Bordighera, 1912) francescano divenuto parroco dopo la soppressione degli ordini religiosi da parte del nuovo stato liberal- massonico. Su padre Giacomo, morto il concetto di santità, è molto avanzato il processo canonico per la beatificazione. Nel corso di quest’anno 1900 in Bordighera, precisamente il 15 febbraio, Luigi Salvatore redigeva il testamento con il quale dichiarava erede universale il segretario Antonio Vives (1844-1918) e i figli di lui.

[187G. PITRÈ, Feste patronali in Sicilia, Torino- Palermo, Clausen, 1900.

[188Sarà edita l’anno appresso, ma trattasi di opera cartografica, con poche colonne di scritto: Panorama von Alessandrette, Prag, Mercy & Sohn, 1901 (opera rarissima posseduta dalle biblioteche nazionali di Vienna e di Monaco).

[189La baia di Gravosa, bella e solitaria, separata da Ragusa da una collina.

[190Celeste protettore di Ragusa.

[191Così la rappresentano due viaggiatori francesi di metà Ottocento: “Après avoir visité la ville nous montames sur la hauteur pour nous rendre compte de sa position. Elle occupe le fond et les deux pentes d’une étroite vallée dans laquelle on déscend lègèrement en venant de la terre et qui s’ouvre du coté de la mer par un petit port. De ce coté-là les murailles occupent la crete d’un soulèvement. Ces murs antiqes, du xv me siècle environ, ont eté partout conservés et entourés d’une seconde enceinte plus moderne qui leur sert d’écharpe. Sur un rocher élevé et isolé qui s’avance un per dans le mur à l’entrée de la ville, se trouve un pittoresque fort venitien. À l’angle de gauche, sur le flanc de la montagne, une grosse tour produit un bel effet. Une immense forteresse couronne les hauteurs qui dominent la ville. De la position où nous nous trouvons tout cer ensemble se déroulait sous nos yeux, et nous apercevions encore une ile boisée avec une forteresse à l’entrée du port...”: Archivio generalizio Padri Dehoniani, Roma, Léon DEHON, Notes sur l’histoire de ma vie, cahier III, ms., pp 92-93 (i periodi sono attribuiti al compagno di viaggio del Delon, Léon Palustre, famoso archeologo).

[192Zacinto fu unita alla Grecia soltanto col trattato del 14 novembre 1863.

[193E’interessante, fra gli altri: Francesco CUSANI, La Dalmazia e le isole ionie e la Grecia (visitate nel 1840). Memorie storico statistiche, Milano, Libreria Pirotta, 1847, volume II, pp 103-118 (ma non ricorda la chiesa di San Marco).

[194La Società Siciliana di storia patria fu fondata in Palermo il 21 luglio 1873 ed è tutt’ora attiva.

[195Cfr. nota 187.

[196l’Accademia di scienze lettere e arti, già Accademia del buon gusto, fondata in Palermo l’anno 1718, tutt’ora esistente. Non siamo in grado di fornire qualche dato ulteriore sul rapporto Accademia - Arciduca per la scarsa collaborazione incontrata. A codesta Accademia, come alla Società di storia patria, apparteneva il Pitrè.

[197G. PITRÈ, La vita in Palermo cento e più anni fa, Palermo, A. Riber, 1904 -1905.

[198Karl Scherzer (Wien, 1821 - Gorz, 1903) per il quale si rinvia all’ampia ’voce’ in Osterreichchisches biographisches Lexicon, 1815-1900 , Wien, Osterreichische Akademie der Wissenschaften, 1990, pp 93-94.

[199„l’Ora“, quotidiano fondato in Palermo nel 1900.

[200G. PITRÈ, Modi proverbiali e motti storici di Palermo in”Archivio per lo studio delle tradizioni popolari”, xx,1901, pp 387-408 e 433-445.

[201Di origini settecentesche, in località Mondello, con splendido parco affacciato sulla costa marina, già villa dei Principi di Belmonte, oggi trasformata in albergo.

[202Presumo: G. PITRÈ, Curiosità di usi popolari. Il pesce d’aprileIl venerdi – feste primaverili – Mirabili facoltà di guarire, Catania, N. Giannotta,1902.

[203Una parola d’incerta lettura per l’inchiostro deleto.

[204Congettura.

[205(nota libera).

[206Come sopra.

[207Come sopra.

[208(nota libera).

[209Mezzo rigo come sopra.

[210Congettura.

[211Come sopra.

[212Due parole come sopra.

[213Nel severo giudizio dell’Arciduca si coglie anche qualche allusione al naturalismo, così diffuso nelle arti letterarie e figurative coeve, quale conseguenza del pensiero positivista, scientista o – peggio - determinista.

[214Un rigo illeggibile per l’inchiostro deleto.

[215Sommertage auf Ithaka, Prag, H.Mercy & Sohn, 1903; Wintertage auf Ithaka, Prag, H.Mercy & Sohn, 1905.

[216Cfr. nota 196.

[217G. PITRÈ, Studi di leggende popolari in Sicilia e nuova raccolta di leggende siciliane, Torino, C. Clausen, 1904.

[218Maria Pitrè (1878-1967) sposava il 20 aprile 1904 Antonino D’Alia (1875-1944), che intrapresa la carriera diplomatica era stato nominato console d’Italia a San Paolo do Brasil. Nelle corrispondenze pitreane con pressoché tutti in questo torno di tempo si incontrano lamenti a questo proposito e si intuiscono reiterate e qualificate pressioni per un avvicinamento degli sposi. In un’occasione poi degli sponsali molti amici paterni offrirono un opuscolo a ricordo, conforme alla diffusa usanza. Per ulteriori notizie sulla famiglia del marito rinvio a Tommaso Romano, Annotazioni su casa d’Alia in “Etnostoria”, nuova serie, 1995, pp 176-180.

[219Teresa moglie di … Cfr.: Brigitte HAMANN, Die Habsburger. Ein biographisches Lexikon, Wien, 1988.

[220Allude alla lettera dedicatoria per la figlia Maria. “Figlia mia, nei miei sogni di padre io vagheggiavo per le tue nozze la pubblicazione d’una raccolta di credenze popolari sopra la rondinella, a te poeticamente diletta. Ma quei sogni dovevano rimanere semplici fantasie dorate; perché a te, che sposi oggi uno dei più colti vice consoli d’Italia, l’avvocato Antonino d’Alia, deve riuscire gradito meglio un libro di tradizioni della nostra terra che un altro di tradizioni di fuori. Tu ami questa terra, questa Sicilia bella, che hai cominciato ad illustrare con ischiette versioni italiane di autori stranieri; e, allontanandone per recarsi all’estero, avrai caro di portarne ricordi e studi che sono stati il conforto della mia vita. Sii felice, figlia mia e benedetta! Dovunque tu vada, non dimenticare il paese ove sei nata, e dove, desiderata sempre, lasci il fratello e la sorella che ti voglion bene, la mamma adorata e il padre tuo”.

[221Questo studio rimase inedito fino all’ultima edizione nazionale: G. PITRÈ, LA rondinella nelle tradizioni popolari a cura di A. Rigoli, Palermo, Edizione nazionale delle opere di Giuseppe Pitrè, 2004.

[222Rosina - per Rosalia - terzogenita di Giuseppe e Checchina Pitrè, nata il 14 settembre 1885 e morta nel maremoto di Messina, neo sposa ed incinta, il 28 dicembre 1908. Se mi è lecito confidarlo, a livello umano dovette essere la figlia più simpatica ed altruista.

[223Confronta nota 214.

[224Verosimilmente inserita dal mittente a Sua Altezza.

[225Giuseppina D’Alia nata a San Paolo do Brasile il 29 gennaio 1905.

[226G. PITRÈ, Proverbi siciliani inediti sull’amore, Palermo, S. Bizzarrilli, 1905, Per nozze Barret- Cannizzaro.

[227Uber den durchstich der landenge von Stagno, Prag, Mercy & Sohn,1906.

[228Leopoldo II re del Belgio negli anni 1865-1909.

[229Si noti lo spiccato interesse per le opere di ingegneria idraulica e per le strutture portuali e relativi collegamenti delle coste visitate. Già lo avremo osservato grazie a talune missive degli anni precedenti.

[230Nemo iudex in re propria est.

[231Identificabile in: Catalina Homar… Prag, Mercy Sohn, 1905. Catalina Homar moriva l’11 aprile 1905 in seguito del grave morbo contratto probabilmente durante un viaggio in Palestina nel 1899.

[232G. PITRÈ, Il viaggio di Goethe a Palermo nella primavera del 1787 in “Archivio storico siciliano”, N.S., XXX, 1905, pp 165-220.

[233Considerata la rarità, ne offro il testo. “ A mia figlia Maria. Questo saggio dovea precedere la versione che tu, Maria mia, venivi preparando del viaggio di W. Goethe in Sicilia. Nuove e più dolci cure ti tolsero a quel gradito lavoro; ed io devo dar fuori le mie disadorne pagine sole, senza le tue, le quali io seguivo con tenerezza di padre e con amore di studioso. Esse quindi vanno di diritto a te, amata figliuola, pensiero costante, ed ora, che sei lontana, desiderio perenne del padre tuo. Palermo, 8 settembre 1905.”

[234Non pare uscisse.

[235Frecciata al positivismo e a certi studi ipercritici.

[236Sono problemi discussi dal Pitrè: per brevità rimando alla raccolta di tutti gli interventi sul Goethe del folclorista palermitano: G. PITRÈ, Viaggiatori italiani e stranieri in Sicilia a cura di A. Rigoli, Palermo, edizione nazionale opere di G:P., 2000, volume secondo, tomo secondo.

[237L’argomento è oggetto compiaciuto con altri corrispondenti. Qualche assaggio: “Sono lieto che Maria sia in mezzo a voi. Ringraziala tanto della sua garbata lettera e, salutandola insieme con suo marito, esprimi ad ambedue il voto che sempre più si vadano riaccostando a quelli che tanto amano dai quali sono tanto amati” (A. d’Ancona, Lettera al Pitrè, 3 gennaio 1906). “ Appena potrò avere un po’ di raccoglimento non consentitomi dalla gioia di avere con me la Maria e dalle moine della bellissima bambina di lei” (G. Pitrè, Lettera a Pasquale Villari, 10 gennaio 1906). “ Io non mi sapevo dar pace alla vista di Maria mia, tornata metà di quella che era partita del Brasile. Pesava 59 kg e si ridusse a 42! Spazio ora è 48..... Ebbene, vengo a conoscere che la povera figlia mia, gravemente ammalatasi, fu per morire” (G.PITRè, Lettera al d’Ancona, 12 gennaio 1906) eccetera.

[238Nuova sede del console D’Alia.

[239Parga, Prag, H. Mercy Sohn, 1907 (volume di circa 5oo pagine, contenente la descrizione minuta dell’isola); Versuch eine Geschichte von Parga, Prag, H. Mercy Sohn, 1908 (volume di oltre 500 pagine contenente documenti storici in più lingue).

[240Rosina Pitrè sposerà il 10 giugno 1907 Enrico Bonanno messinese, conosciuto in Palermo, dove veniva per incarico della ditta paterna. La sorella maggiore di Enrico, Elisa Bonanno, era moglie del barone Giuseppe Arenaprimo (morto anche lui nel terremoto). Per l’occasione delle nozze Bonanno-Pitrè uscirono una decina di opuscoli in suo onore. Cfr.: Giuseppe COCCHIARA, Albo familiare del Pitrè in “Lares”, XII, 2, aprile 1941, pp 85-98.

[241La povera Rosina morirà nel terremoto di Messina del 28 dicembre 1908.

[242Presumo: G. PITRÈ, Pasquinate, cartelli, moti e canzoni in Sicilia. Spigolature in, “Archivio storico siciliano”, N.S., XXXI, 1906, pp 220-273.

[243Allude al volume di oltre 500 pagine, di cui alla nota 254.

[244Ferdinando Salvatore (1835-1908) figlio primogenito di Leopoldo e di Maria Antonia granduchi di Toscana e però granduca di Toscana potenziale col nome di Ferdinando IV.

[245Allude a: Anmerkungen uber Levkas, Prag, Mercy Sohn, 1908. Trattasi dell’isola di Lèucade, chiamata Santa Maura al tempo del plurisecolare dominio veneziano.

[246Allude alla splendida tenuta di Miramar in Mallorca.

[247Si coglie l’estrema sensibilità dell’Arciduca, non ostante la consueta sorvegliatezza formale.

[248L’Arciduca compose perfino una guida in più lingue della sua tenuta nelle Baleari.

[249Governatore dell’Algeria era allora il politico Charles Célestin Auguste Jonnart (1857-1927), precisamente per gli anni 1903-11.

[250G. PITRè, Per la tumulazione delle ceneri del padre Luigi di Maggio nel Pantheon di San Domenico con ritratto a cura del municipio di Palermo il di 27 settembre 1908. Discorso, Palermo, tip. Boccone del povero, 1908.

[251Confronta nota 244.

[252La bibliografia sull’immane disastro è rilevante, ulteriormente ampliata dal primo centenario appena concluso. Segnalo soltanto la monumentale e pregevole antologia di servizi giornalistici: Il terremoto di Messina. Corrispondenze testimonianze polemiche giornalistiche a cura di Francesco Mercadante, Messina, Istituto di studi storici Gaetano Salvemini, 2006 (prima edizione 1962). Nel volume, pp 31-32, si riporta altresì l’articolo anonimo menzionato dall’Arciduca, recante il titolo: La morte della figlia del professor Pitrè. Ne trascrivo l’inizio. “ Appena appresa la triste notizia, ci siamo subito recati in casa dell’illustre professore commendator Pitrè per portargli le nostre condoglianze. Molti amici e parenti si recarono e si recano nella triste casa, ma molti, non sentendosi la forza di assistere a tanto dolore firmano nel foglio che è per le scale e tornano indietro. Il povero padre è stato tutto il giorno nella sua camera, solo nel suo immenso dolore. Abbiamo parlato col figlio che era partito in cerca dei suoi cari e che ci ha fatto un racconto straziante della fine di sua sorella e della nipotina. Quattro giorni egli errò come un pazzo per le deserte rovine, vagando senza una direzione, senza potere avvicinarsi alla casa distrutta per i continui crolli nei dintorni di essa causati dalle scosse successive di terremoto. Si recò allora a Catania cercando anche lì dappertutto, chiedendo notizie a tutti quelli che incontrava, girando gli ospedali e i ricoveri senza potere mai sapere nulla, senza che nessuno lo avesse tolto da quella ansia terribile. La sera del 30 leggendo il giornale “L’ora” apprese che la sorella si era salvata. Cadde svenuto per la commozione e la gioia improvvisa. Riavutosi, stava per telegrafare a casa, quando incontrò il cognato, al quale partecipò la notizia chiedendo particolari. Il Signor Bonanno, dopo averlo calmato e dopo aver preparato il terreno, gli disse che non poteva essere che un errore del giornale e gli fece il seguente doloroso racconto.....”. “Giornale di Sicilia”, 1-2 gennaio 1909.

[253Allude era a: Was mancher wissen Mochte. Lo que uno quisiera saber, Palma de Mallorca, Amengual y Muntaner, 1909.

[254“ L’anno 1909 fu segnato dalle settimane tragiche di Barcellona. Vi furono delitti in serie e si ebbero giornate sanguinose. La repressione avvenne in proporzione e vi furono delle crudeli esecuzioni. Francesco Ferrè, ardente propagatore delle idee massoniche direttore della “Scuola moderna”, un allievo della quale, Matteo Moral, aveva commesso a Madrid l’attentato della calle Mallorca, fu condannato a morte e giustiziato. Per i partiti di sinistra sia nella penisola che fuori, egli divenne un martire della tirannia e della intolleranza. Così, irrigidendosi sempre di più le tendenze opposte, la Spagna andava verso l’urto violento delle fazioni estremiste. In un’atmosfera così carica, tutto dava occasione a manifestazioni e a disordini”: Joseph CALMETTE, Storia di Spagna, Firenze, Sansoni, 1962, volume secondo, pagina 227.

[255Allude a: Die Felsenfesten Mallorcas. Geschichte und sage, Prag, H. Mercy Sohn, 1910. L’espressione lavoretto va intesa secundum quid: trattasi di volume di oltre 500 pagine, con 24 disegni e quattro tavole fuori testo è tratta delle fortezze naturali di Maiorca, storia, leggende e notizie varie.

[256G. PITRÈ, Medici, chirurghi, barbieri e speziali antichi in Sicilia (secolo XIII- XVIII). Curiosità storiche, Palermo, A. Reber, 1910. L’opera è dedicata al figlio Salvatore in occasione della laurea in medicina e chirurgia.

[257confronta nota 254.

[258G. PITRÈ, Proverbi, moti, scongiuri del popolo siciliano raccolti ed illustrati, Palermo-Torino, 1910. L’opera è dedicata alla memoria della figlia Rosina.

[259Il Pitrè stava per essere incaricato con l’anno accademico 1910-11 dell’insegnamento di Demopsicologia alla facoltà di lettere dell’università di Palermo, continuato fino alla morte. Basti il rinvio a: Aurelio RIGOLI, Pitrè professor Giuseppe (fascicolo personale), Palermo, Centro internazionale etnostoria, 2001. Com’è noto è la prima cattedra di tale disciplina istituita in Italia, sospesa peraltro dopo la morte del medico folclorista.

[260Cogliendo l’occasione della mostra etnografica del 1891-92 il Pitrè propose l’allestimento di un museo, come a dire per rendere permanente la mostra. Per tale progetto si batte’ anni ed anni. Sia sufficiente il rinvio alla sintesi proposta dalla figlia: M. D’ALIA-PITRÈ, Vita ed opere di Giuseppe Pitrè, manoscritto, 1908 circa, edito in “Etnostoria”, nuova serie 1995, pp 138-175, quivi pp 168-169

[261L’esposizione regionale allusa dall’Arciduca fu allestita nel corso del 1910 dalla Dieta Provinciale dell’Istria con l’evidente – e riuscito – intento di mostrare la storia e la cultura istriane, terra non certo inferiore alle altre d’Europa e di quante avevano approntato analoghe esposizioni. Una volta terminata, gli oggetti furono ripresi dagli espositori, senza pervenire ad un museo stabile. Fu impresso un catalogo in volumetto. A livello prosaico tuttavia l’iniziativa non attirò un flusso di visitatori auspicato e però le spese sostenute superarono assai il mediocre introito.

[262Mancando il controcanto pitreano non siamo in grado di chiarire l’allusione.

[263quale?

[264Una parola d’incerta lettura per l’inchiostro deleto.

[265Il discorso fu parzialmente edito in contemporanea nel numero unico: L’inaugurazione della cattedra di Demopsicologia all’Università in La siciliana, numero unico, Avola, novembre 1911. Il servizio sul “Giornale di Sicilia” diceva fra l’altro: “L’avvenimento che si è svolto nell’aula magna del nostro ateneo è doppiamente degno di una speciale celebrazione della stampa, per lo scienziato che n’è stato l’anima intellettuale, e per la sua eccezionale importanza negli annali degli studi universitari..... l’istituzione della prima cattedra di Demopsicologia in Italia dunque e lo assurgere del Folklore a dignità di scienza è gloria nostra, giacché nostro è il più illustre dei folkloristi che per quest’insegnamento è stato chiamato a prestare nella nostra Università l’opera sua di insegnante e di scienziato”. Anche l’altro quotidiano palermitano “L’ora” nello stesso giorno 12-13 gennaio 1911 dedicava una pagina intera alla prolusione pitreana.

[266In anni a noi vicini il corso poté uscire dall’inedito: G. PITRÈ, La demopsicologia e la sua storia a cura di L. Bellantonio, Palermo, edizione nazionale delle opere di Giuseppe Pitrè, 2001.

[267G. PITRÈ, Per l’inaugurazione del corso di demopsicologia nella regia Università di Palermo. Prelezione letta il dì 12 gennaio 1911 in “Atti della regia Accademia di scienze lettere ed arti”, serie terza, volume IX, 1912. Il testo sarà edito più volte ed anche in francese nella “Revue des langues Romanes”, Montpellier, 1912.

[268La data risulta ambigua, ma si collocherebbe dopo la missiva CIL, giacché attribuisce al figlio il participio compianto.

[269G. PITRÈ, Cartelli, pasquinate canti leggende usi del popolo siciliano raccolti ed illustrati, Palermo-Torino, A. Reber, 1913; idem, La famiglia la casa e la vita del popolo siciliano con 173 illustrazioni, Palermo-Torino, A. Reber, 1913.

[270Chiarisce l’allusione la dedica al volume La famiglia, cit. “ Alla santa memoria di mio figlio Salvatore. Sulla tua tomba, figliuolo amatissimo, apertasi al domani della scomparsa di Rosina nostra, io depongo quest’ultimo volume della “Biblioteca delle tradizioni popolari siciliane”. Al letto di morte tu ne volesti ripetutamente promesso il compimento: ed io vi lavorai giorno e notte piangendo. Dalla pubblicazione di esso e del precedente tu, niente presago della tua prossima fine (e chi di noi poteva mai sognarlo?) ti proponevi di trarre ragione di una festa al padre tuo, che a settant’anni forniva l’opera lunga e faticosa iniziata a 18; e con affetto tenerezza senza pari venivi accortamente sollecitando me, ignaro del tuo delicato pensiero, il desiderato compimento. Il prezioso tesoro delle tradizioni del popolo siciliano è oramai salvo; ma tu, Figliuolo adorato, che, con la mamma e le sorelle dirette, potevi testimoniare quanti sacrifici avessi io sostenuti per essi, tu non ci sei più! Nel giorno che dovevi godere del mio non immeritato riposo, tu mi venivi a mancare... La offerta è postuma; ma il cuore che te la fa, nello schianto che l’opprime, è e sarà sempre con te e per te! Il padre tuo. Palermo, 2 dicembre 1912”.

[271Giovane medico, Salvatore Pitrè morì per un’infezione tetanica contratta nell’esercizio della professione.

[272Un rigo e mezzo illeggibile per l’inchiostro deleto.

[273Una parola di problematica lettura.

[274Due parole illeggibili per l’inchiostro deleto.

[275Port Pi. In der buch von Palma de Mallorca, Prag, Mercy Sohn, 1914.

[276Salvatore PITRè, Sopra un caso raro di lipo-angioma. Contributo clinico ed istologico, Palermo, tip. Boccone del povero, 1912

[277Il testo della missiva risulta pressoché illeggibile per il pennino difettoso. A codesta causa vanno imputate le lacune.

[278Opera non identificata.

[279Una parola d’incerta decifrazione.

[280Una parola come sopra.

[281Il 28 giugno 1914 furono assassinati l’arciduca ereditario dell’Impero Francesco Ferdinando e la consorte Sofia in visita a Sarajevo. Espletata tale visita, assai delicata e cosparsa di incognite - secondo gli osservatori - che prevedeva altresì un controllo delle manovre delle truppe in Bosnia - Erzegovina, gli Arciduchi ereditarî avevano programmato una pausa nella tenuta di Zindis, ospiti del cugino Luigi Salvatore. Chissà quanto avrà provato l’animo di Luigi Salvatore.

[282Mezzo rigo indecifrabile.

[283Una parola indecifrabile.

[284Una parola come sopra.

[285Poco meno di un rigo indecifrabile.

[286Per ordine dell’imperatore Francesco Giuseppe, Luigi Salvatore dalla tenuta di Zindis si recò a Gorizia il 16 agosto 1914 (Villa Cecconi) e vi rimase fino al 13 maggio 1915, allorché partì per il castello di Brandeis in Boemia. Vi morirà il 12 ottobre 1915: nell’anniversario della scoperta dell’America il nostro Arciduca approdava - si spera - nella gloria della Santissima Trinità.